Molti sono convinti che l’efficienza produttiva si ottenga più facilmente con allevamenti di grandi dimensioni. Questo nasce dall’esperienza americana dove i mega-allevamenti sono molti frequenti, ma male si sposa con il territorio italiano che non permette di allargare “a volontà” gli allevamenti per problemi di terreno disponibile e di gestione dei reflui. Da qui, la necessità di trovare altre vie per ottenere un buon reddito senza necessariamente avere un allevamento grande. Proprio dagli USA abbiamo avuto recenti informazioni che anche in quel paese non sempre avere tanto latte si traduca in un maggiore reddito per capo allevato. In un recente articolo pubblicato da Hoard’s Dairyman, il dott. Larry Tranel esperto dell’Universita dello Iowa ha dimostrato come allevamenti basati sul pascolo e sulla produzione del latte biologico possono avere redditi pari o superiori a quello di allevamenti di grandi dimensioni (vedi tabella successiva). In questo studio che ha riguardato 3 anni (2011-2013) sono stati conforntati allevamenti di grandi dimensioni (conv) con allevamenti su pascolo (Grz) e allevamenti biologici (Org).
I dati dimostrano come la produzione dell’allevamento su pascolo è inferiore del 35% rispetto al convenzionale, mentre quello biologico produce solo il 9% in meno. Tuttavia il prezzo del latte nell’allevamento su pascolo è il 4% superiore a quello dell’allevamento convenzionale, mentre è del 40% superiore nel caso dell’allevamento biologico.
Tenuto conto dei diversi costi di produzione questo si riflette sul reddito per capo allevato che è risultato pari a 624$/capo nell’allevamento convenzionale, 672$ in quello su pascolo (+8%) e 785$ in quello biologico (+28%).
Questi dati dimostrano che non è il fatturato a contare, ma il reddito netto a fine anno e tale reddito può essere ottenuto attraverso una maggiore valorizzazione del prodotto, come nel caso del biologico, o nel nostro Paese, con la sua trasformazione in formaggio o prodotti lattiero caseari ad alto valore aggiunto.
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