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I rischi del sovraffollamento

Il sovraffollamento rappresenta una problematica diffusa nell’allevamento della bovina da latte in molti Paesi industrializzati; tale condizione, come noto, può alterare il comportamento naturale delle bovine con riflessi negativi sia sulla produzione (ulteriori informazioni in QUESTO ARTICOLO) sia sulla sanità della mandria. In numerose aziende il sovraffollamento non rappresenta una situazione eccezionale, bensì la norma le soluzioni a questa problematica, benché molteplici, possono risultare tutte di difficile applicazione.

Un possibile approccio alla riduzione del sovraffollamento è quello di ampliare le strutture dell’allevamento, tuttavia, data l’attuale situazione economica questa via risulta percorribile assai di rado. L’altra soluzione è quella di ridurre la mandria, in questo caso però la scelta di quali animali vendere e quali mantenere in azienda non è affatto facile.

A fronte di tutte queste difficoltà, quali sono i motivi che dovrebbero spingere un allevatore a ridurre il sovraffollamento in azienda? La risposta sta nell’ottimizzazione sia del budget giornaliero delle bovine sia dello stato sanitario della mandria, incrementando così le produzioni e riducendo le spese veterinarie.

Un allevamento sovraffollato può facilitare notevolmente la diffusione delle infezioni poiché un gran numero di bovine stabulate in uno spazio non idoneo emettono un quantitativo di deiezioni tale da rendere difficile, se non impossibile, mantenere la lettiera pulita e asciutta.

Feci, urine e latte nella lattiera forniscono sia l’umidità sia le sostanze nutritive indispensabili alla crescita di microrganismi quali batteri causa di mastite e alghe del genere Prototheca. In questo senso le lettiere inorganiche, come la sabbia, possono ridurre l’apporto di materiale organico a disposizione dei microrganismi, tuttavia, è fondamentale che la lettiera sia di ottima qualità (bassa contaminazione di sostanza organica) altrimenti può risultare essa stessa fonte di agenti patogeni. Una lettiera in cattive condizioni può inoltre compromettere l’integrità dei capezzoli, esacerbando ulteriormente il rischio di mastite.

L’elevato grado di fecalizzazione ambientale, che si verifica in ambienti eccessivamente affollati, può portare a contaminazioni dell’alimento e dell’acqua di bevanda favorendo la diffusione di patogeni di origine tipicamente fecale come le salmonelle.

Un cospicuo numero di bovine in uno spazio ristretto emette anche un’elevata quantità di urine che può incrementare notevolmente il rischio leptospirosi. Le leptospire sono in grado si compromettere le performances riproduttive della vacca e indurre nefriti croniche asintomatiche, inoltre, questi batteri sono agenti zoonosici che nell’uomo possono essere causa di epatite, nefrite e più raramente meningite.

Il sovraffollamento può favorire altresì la diffusione delle parassitosi; i bovini adulti sviluppano generalmente una certa resistenza verso parassiti quali coccidi o criptosporidi, tuttavia, anche qualora le vacche non manifestino forme cliniche possono fungere da fonte di malattia per gli animali più giovani che entrano in contatto con un ambiente contaminato dalle feci degli adulti. Sempre dal punto di vista del rischio parassitologico, l’eccessivo affollamento favorisce la diffusione di ectoparassiti come pidocchi e acari.

Un’ulteriore fonte di preoccupazione è rappresentata dal calo delle difese immunitarie a causa dello stress sociale e di quello nutrizionale. Un numero eccessivo di vacche rispetto allo spazio disponibile porta a continue tensioni sociali che, a loro volta, possono indurre un incremento dei livelli ematici di cortisolo; ormone dagli effetti immunosoppressivi. Il sovraffollamento inoltre riduce lo spazio mangiatoia disponibile rendendo difficoltoso per alcune bovine accedere all’alimento in maniera adeguata, tale situazione può causare un’ulteriore immunosoppressione (carenza di micronutrienti, vitamine e proteine) e incrementare il rischio di chetosi subcliniche o acidosi ruminale.

In economia la “legge dei rendimenti decrescenti” indica la condizione per la quale in un sistema produttivo ad ogni incremento di un determinato fattore, mantenendo fissi gli altri, non corrisponde un incremento di produzione proporzionalmente crescente. Tale concetto può essere applicato anche nell’allevamento, dove il fattore incrementato che non porta alcun rendimento è rappresentano dal numero eccessivo di bovine continuamente introdotte in stalla.

Fonte: Paul R. Biagiotti – Overcrowding invites disease – Hoard’s Dairyman (Ago. 2013)

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