Produttori, veterinari, tecnici, ricercatori, nutrizionisti e fornitori sono tuttiparte della filiera produttiva. La caratteristica che ci accomuna e che è particolare per questa filiera è il fatto che lavoriamo con gli animali. Animali che richiedono attenzione, una corretta gestione e che devono essere mantenuti sani e nei limiti del possibile che venga garantito il loro benessere. Tra le cose che possiamo fare per mantenere la sanità degli animali e la loro capacità produttiva sono compresi i trattamenti. Tali trattamenti da un lato devono essere efficaci e dall’altro devono garantire la salubrità del prodotto.
Tradizionalmente il veterinario viene chiamato in presenza di un animale ammalato e prescrive una terapia nel tentativo di risolvere la patologia. Se questo è ancora vero in allevamenti piccoli o in aree dove la zootecnia non è altamente specializzata, non più vero negli allevamenti intensivi. I proprietario o i loro uomini spesso trattano gli animali senza il coinvolgimento del veterinario. Se da un lato questo, apparentemente, riduce il costo legato all’intervento del veterinario, dall’altro non consente una corretta valutazione da parte di quest’ultimo della sanità generale dell’allevamento e non garantisce che la qualità dei trattamenti sia quella necessaria.
Il veterinario non può certo evitare che questo avvenga (al netto dei requisiti di legge) negli allevamenti per ragioni economiche e pratiche, tuttavia può cercare di migliorare qualità ed efficienza dei trattamenti fornendo corretti protocolli di intervento e di verifica dei risultati . Questo oltre a migliorare la qualità degli interventi, riduce la possibilità che vengano utilizzati trattamenti cosiddetti extra-label e quindi si aumentino i rischi di una contaminazione del prodotto finito, oltre che ad un discutibile efficacia.
Ai fini di realizzare un protocollo di trattamento efficace il veterinario deve discutere con i proprietario/capo stalla i seguenti aspetti:
Chi che è responsabile dei trattamenti
Qual’ è il gruppo di animali viene trattato
Quali sono i segni tipici di ciascuna malattia
Come fare una diagnosi di base
Quale trattamento deve essere applicato se questo esame conferma la presenza della malattia
Quali sono i tempi di sospensione per il latte e la carne per tale trattamento
Protocolli di trattamento possono essere fatti per ipocalcemia, mastite metrite, diarrea, patologia respiratoria e patologie podali. per queste patologie i protocolli di trattamento possono essere applicati quando si presentino nella forma più semplice e di facile diagnosi. In presenza di forme più complesse o di non facile interpretazione è necessario, ovviamente, l’intervento del veterinario. Uno dei punti cardine di un protocollo di trattamento efficace è la corretta identificazione del tipo di patologia. Spesso, infatti, gli animali vengono trattati senza che sia fatta una diagnosi corretta e questo comporta trattamenti inutili inefficaci e rischiosi.
Il protocollo di trattamento che il veterinario fornirà all’allevatore deve essere chiaro e in forma scritta, identificando chiaramente anche l’allevamento in cui questo deve essere applicato. Infatti, anche per la legge, il veterinario è responsabile ultimo dell’applicazione di tali trattamenti. Da parte dell’allevatore va evitato di utilizzare protocolli e trattamenti mescolando le indicazioni di veterinari diversi sia per evitare trattamenti inefficaci sia di avere residue nel latte nella carne.
Una volta realizzato il protocollo e il metodo di verifica dei risultati, questo deve essere periodicamente riesaminato e valutato in funzione della sua efficacia e dei mutamenti che si possono avere all’interno dell’allevamento. Per fare questo è indispensabile che vi sia una registrazione sia del trattamento che della data di applicazione, ma, soprattutto, dell’esito del trattamento stesso. Solo così sarà possibile apportare, se necessario, le opportune modifiche.
Il ruolo del veterinario nel moderno allevamento di bovine da latte è cambiato e continuerà a cambiare. Per ragioni pratiche ed economiche il veterinario sarà sempre meno legato all’intervento puntuale e tempestivo sul singolo soggetto. Al contrario sarà sempre più un intervento gestionale che si basa sulla comprensione dei diversi aspetti della gestione produttivia e sanitaria dell’allevamento e sulla messa a punto di efficaci protocolli di intervento.
Fonte: Gingrich Hoard’s Dairyman 25/01/2011 pag 53
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