Tutti gli animali stabulati in azienda sono destinati, prima o poi, a lasciare l’allevamento per vari motivi. È importante porre attenzione alle motivazioni che spingono alla riforma di una bovina poiché il ricavato dalla vendita di una vacca destinata alla macellazione generalmente non è in grado di coprire i costi della rimonta.
I fattori che determinano la riforma di una bovina non possono limitarsi a quelli di natura economica, infatti, anche problemi sanitari o legati al benessere possono assumere una certa rilevanza sul destino di una vacca. La riforma può essere divisa in due tipologie: volontaria o forzata. Nel primo caso le ragioni per cui l’animale viene allontanato sono principalmente economiche, come il miglioramento della produzione media della mandria o della qualità del latte (incremento del tenore proteico o riduzione della SCC); nel caso della riforma forzata invece gli animali devono essere allontanati poiché presentano patologie non trattabili (per limiti tecnici o economici) che ne compromettono gravemente le capacità produttive. Riformare una bovina generalmente non è una decisione facile, in particolar modo se si tratta di un animale giovane o di buona genealogia, ed i fattori che incidono su tale decisione possono essere numerosi.
Un altro aspetto fondamentale, relativo al turnover delle bovine in allevamento, è rappresentato dall’analisi delle cause che portano alla vendita di una vacca; ad esempio se si sospetta che problematiche legate alle attrezzature, alla nutrizione o alle strutture possano essere causa indiretta di riforme forzate è di vitale importanza consultare il veterinario aziendale o uno specialista qualificato prima possibile.
La riforma volontaria non deve essere basata solamente sulle performances produttive di una vacca, infatti, si deve tener conto anche dei “costi di gestione” dell’animale (alimentazione, mungitura, lavoro) poiché essi possono variare notevolmente da azienda ad azienda così come la profittabilità di una bovina.
In alcuni casi le condizioni di salute di una vacca possono deteriorare ad una rapidità tale da non permettere il trasporto fino al macello in condizioni accettabili; nei casi più gravi sarebbe opportuno prevedere la possibilità di effettuare l’eutanasia direttamente in azienda, in maniera sicura ed efficacie, anche se tale eventualità rappresenta l’esito più sfavore dal punto di vista economico per un allevatore.
Le circostanze che rendono necessaria la soppressione di un animale direttamente in allevamento dovrebbero verificarsi il più raramente possibile (idealmente mai) poiché tale soluzione risulta oltremodo onerosa e di difficile adozione, tuttavia, tre importanti domande possono indirizzare verso la scelta dell’eutanasia o meno:
La bovina è in grado di alzarsi e mantenere la stazione in maniera indipendente?
La bovina sarà in grado di sopravvivere alla fase di trasporto?
Lascerei mangiare ai miei figli carni provenienti dalla sua carcassa?
Qualora la risposta ad almeno una di queste domande sia no, la vacca dovrebbe essere sottoposta ad eutanasia.
Per approfondire la tematica della riforma
Ulteriori informazioni possono essere reperite nei nostri precedenti articoli:
Fonte: Grant C. Stoddard e Kurt D. Vogel – Cull with care – Hoard’s Dairyman (Ott. 2013)
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