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I fattori che causano infertilità (II parte)

La probabilità di ottenere una gravidanza a trenta giorni dal termine del periodo di attesa volontario è risultata essere maggiore per le bovine di razza Swedish Red e per gli incroci rispetto alle bovine di razza Swedish Holstein. Questa differenza è più accentuata per le bovine di età maggiore rispetto alle primipare.

L’effetto delle lesioni podali non è risultato essere statisticamente significativo nelle primipare. Al contrario, nelle pluripare, la presenza di lesioni podali ha avuto un effetto negativo sulle performance riproduttive.

Le bovine affette da patologie dell’apparato riproduttore hanno avuto una minore probabilità di gravidanza rispetto a quelle che non hanno manifestato tali problemi. Lo stesso vale per le patologie che non riguardano strettamente l’apparato riproduttore. Le bovine che hanno avuto almeno un episodio di distocia nelle precedenti gravidanze hanno una probabilità notevolmente inferiore di rimanere gravide entro trenta giorni dal termine del tempo di attesa volontario.

All’aumentare del rapporto tra grasso e proteine nel latte la probabilità di gravidanza diminuisce, a prescindere dal numero di parti. Le primipare che fanno parte del gruppo più produttivo hanno una probabilità di rimanere gravide minore rispetto a quelle che fanno parte del gruppo di animali meno produttivi.

Le bovine secondipare appartenenti al gruppo caratterizzato da un livello produttivo intermedio hanno fatto registrare, invece, una probabilità maggiore di rimanere gravide rispetto alle secondipare che facevano parte del gruppo meno produttivo. Le bovine al terzo parto e oltre, sia del gruppo più produttivo sia di quello intermedio, hanno fatto registrare delle performance riproduttive migliori rispetto al gruppo con la produzione di latte più bassa.

Le bovine appartenenti alle mandrie in cui il tempo di attesa volontario è maggiore (> 51 giorni) hanno una probabilità più elevata di gravidanza rispetto alle bovine di allevamenti caratterizzati da un tempo di attesa volontario più breve (< 51 giorni).

La stabulazione libera con cuccette è migliore dal punto di vista delle performance riproduttive rispetto alla stabulazione con posta fissa.

La probabilità di ottenere una gravidanza è stata inferiore in estate rispetto all’inverno-primavera (risultati non significativi per le primipare) e maggiore in autunno-inverno rispetto all’inverno-primavera (risultati non significativi per le secondipare).

Più alta è la conta cellulare nel latte, minore è la possibilità di gravidanza entro il termine stabilito.

Bovine che hanno avuto un parto gemellare hanno una minore probabilità di gravidanza rispetto alle bovine che hanno dato alla luce un solo vitello.

Vacche il cui latte è caratterizzato da un basso rapporto tra grasso e proteine, che hanno un alto livello produttivo e che sono soggette a un periodo di attesa volontario lungo hanno più del doppio di probabilità (OR = 2.2) di essere gravide al trentesimo giorno dopo il termine del periodo di attesa volontario rispetto a bovine con un elevato rapporto tra grasso e proteine nel latte, bassa produzione di latte e breve periodo di attesa volontario.

Inoltre, animali non colpiti da patologie a carico dell’apparato riproduttore, alta produzione di latte e periodo di attesa volontario lungo hanno più di due volte la probabilità di rimanere gravide rispetto ai soggetti colpiti da patologie della sfera riproduttiva, bassa produzione di latte e periodo di attesa volontario breve.

Lo stesso dato vale anche quando si confrontano le performance riproduttive di bovine che producono latte a basso contenuto cellulare con quelle di bovine che producono latte ad alto contenuto cellulare.

Un’osservazione interessante emersa da questo studio è che la probabilità di gravidanza è maggiore per le bovine pluripare ad alta produzione di latte. Infatti, animali con tre o più parti avevano circa il 50% di probabilità in più di rimanere gravide se facevano parte del gruppo di animali più produttivi anzi che di quello degli animali meno produttivi. Inoltre le probabilità di gravidanza aumentano ulteriormente se l’effetto positivo dato dalla maggiore produzione è in associazione con altri fattori positivi (ad esempio, basso rapporto tra grasso e proteine nel latte, conta cellulare ridotta o assenza di patologie dell’apparato riproduttivo).

Al contrario, le primipare appartenenti al gruppo più produttivo hanno una probabilità di rimanere gravide minore rispetto a quelle che fanno parte del gruppo meno produttivo.

Tuttavia, questa differenza tra le performance riproduttive delle bovine ad alta e bassa produzione potrebbe dipendere dal fatto che l’allevatore metta in atto una serie di azioni e strategie gestionali al fine di fare in modo che gli animali più produttivi abbiano una probabilità più elevata di rimanere gravidi nel minor tempo possibile. Ad esempio, l’allevatore può decidere di allungare il periodo di attesa volontaria negli animali più produttivi e accorciarlo negli animali meno produttivi.

Infatti, come dimostrato in questo studio, le bovine che sono inseminate dopo un tempo di attesa volontaria maggiore hanno maggiori probabilità di essere gravide trascorsi trenta giorni dalla fine di tale periodo.

Una spiegazione per questo fenomeno più essere legata al fatto che gli animali sottoposti a un periodo di attesa volontaria maggiore hanno avuto tempo sufficiente per andare incontro alla completa involuzione dell’utero e anche il tempo per ristabilire completamente la normale attività ovarica.

Fonte: Factors influencing the chance of cows being pregnant 30 days after the herd voluntary waiting period. E. Löf, H. Gustafsson and U. Emanuelson. Journal of Dairy Science Vol. 97 No. 4, 2014.

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