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Alternative agli antibiotici: il parere degli esperti – Prima parte: introduzione

A livello mondiale la domanda di alimenti di origine animale è in continua crescita e, di conseguenza, l’abuso di antibiotici rappresenta una problematica sempre più preoccupante sia a livello locale sia a livello globale; in questo scenario l’impiego di alternative agli antibiotici può rivestire un ruolo fondamentale nella prevenzione dei fenomeni di antibiotico-resistenza, inoltre, identificare molecole economiche e facili da reperire potrebbe rappresentare un’importante prospettiva per il miglioramento delle produttività degli animali da reddito nei Paesi in via di sviluppo.

Lo scorso settembre, alla vigilia della conferenza OIE sulle alternative agli antibiotici, il Feedinfo News Service ha organizzato una tavola rotonda tra esperti di diversi settori (veterinari, microbiologi e biologi molecolari) per discutere dell’argomento. Col presente articolo vi proponiamo la prima parte di un estratto di tale incontro (seguiranno la seconda e la terza parte nelle prossime settimane).

Principali alternative agli antibiotici

I principali metodi alternativi all’impiego di antibiotici sono rappresentati da probiotici; prebiotici; virus batteriofagi; sostanze ad azione immunomodulatoria; fitonutrienti e lisine batteriofagiche.

I probiotici vengono già impiegati in zootecnia con buoni risultati, tuttavia, numerosi aspetti legati all’uso dei probiotici devono essere ancora chiariti quali il momento migliore per impiegarle; gli effetti a lungo termine sulla flora microbica intestinale e l’interazione specifica con determinate specie batteriche. Gli oli essenziali rappresentano un altro gruppo di sostante che stanno fornendo delle prospettive interessanti tuttavia anche in questo caso risultano opportuni ulteriori approfondimenti scientifici.

In fine, considerando il concetto di alternativa agli antibiotici in senso lato è utile ricordare l’importanza della prevenzione; in tale senso l’uso corretto delle vaccinazioni e, soprattutto, l’adozione di un elevato livello di biosicurezza possono ridurre sensibilmente la necessità di impiegare farmaci in allevamento.

Potenziali effetti negativi e rischi per la sicurezza alimentare

L’ecologia della flora intestinale resta per molti versi ancora oscura, in particolare la produzione di metaboliti secondari e il loro ruolo nella patogenesi di alcune malattie così come i loro risvolti sulla produzione e sulla crescita degli animali non sono ancora perfettamente chiari; nella fattispecie persiste ancora un certo livello d’incertezza sulla possibilità che modulando la flora per prevenire una particolare malattia possano successivamente sorgere problemi con un’altra patologia.

L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare analizza e monitora tutti gli agenti biologici (batteri, lieviti, muffe e virus) in attesa d’immissione sul mercato o già presenti in commercio. L’EFSA esamina tutti i prodotti che devono essere messi in vendita attraverso il sistema QPS (Qualified Presumption of Safety, ulteriori informazioni a QUESTO LINK) valutando i possibili rischi, secondo quattro criteri:

  1. definizione del gruppo tassonomico (determinazione dell’identità del gruppo);

  2. insieme di conoscenze;

  3. possibili problemi di sicurezza (patogenicità);

  4. uso finale previsto.

In ultima istanza risulta opportuno ricordare che anche un utilizzo scorretto delle sostanze alternative agli antibiotici può portare a problematiche analoghe a quelle legate all’abuso degli antibiotici stessi, in particolare una ridotta efficacia dovuta alla selezione di microrganismi resistenti.

Fonte: Feedinfo News Services – An Overview of Today’s Alternatives to Antibiotics (Sett. 2012)

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