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Capire il consumatore per farci capire meglio


Stan Erwine un importante dirigente di un’azienda di consulenza nel settore lattiero-caseario americano sottolinea come, allo stato attuale, i consumatori abbiano un atteggiamento verso il progresso e la scienza ben diverso da quello avevano nel passato e che questo diverso atteggiamento si riflette anche sul mondo della produzione del latte. Questo problema è sicuramente più sentito negli USA che, complessivamente, in Europa, ma la distanza non è poi così ampia. Paradossalmente, in un mondo sempre più tecnologico ed informato, vi è un maggior interesse per rimedi “magici” o “apparentemente naturali” e ci si dimentica delle principali caratteristiche nutrizionali degli alimenti, come ad esempio l’apporto minerale del latte.


D’altra parte il mondo è cambiato (e migliorato) sotto molti aspetti, tuttavia alcuni di questi hanno effetti diretti sull’agricoltura come ad esempio il fatto che nel mondo industrializzato meno del 2% della popolazione è direttamente coinvolta nella produzione agricola. Come curiosità statistica negli USA oggi ci sono più carcerati che agricoltori !

Questo comporta una diversa percezione della produzione agro-zootecnica da parte del pubblico ed in particolare la pubblica opinione ha alcuni assunti molto comuni a cui è necessario dare una riposta anche da parte del mondo agro-zootecnico. Ricordiamo tra i principali:

– La scienza non è la sola risposta poiché non risolve le domande di natura etica e sui valori più importanti;

– L’economia non può essere l’unica giustificazione delle nostre azioni e, nel caso dell’allevamento, la cura del benessere degli animali deve essere tra gli obiettivi;

– Non sia possibile migliorare la gestione dell’allevamento.

Ovviamente, è possibile controbattere tali argomentazioni, ma questo va fatto in modo corretto e ragionato, mentre talvolta questo avviene attraverso atteggiamenti di contrapposizione che non producono effetti positivi.

D’altra parte recenti indagini di mercato negli USA hanno dimostrato che il consumatore ha ancora molta fiducia nel valore nutrizionale e nella qualità del latte. Tuttavia, le stesse indagini hanno dimostrato come tale fiducia sia vulnerabile da problemi (o scandali) piccoli e grossi che avvengano a livello locale o internazionale.

Di particolare interesse il fatto che il consumatore valuta 5 volte di più avere interessi comuni con il produttore che la competenza di quest’ultimo. Questo ci dice chiaramente che una risposta scientificamente corretta non è necessariamente la risposta che il consumatore necessariamente si aspetta.

Erwine quindi passa a delle proposte concrete per migliorare il rapporto con il consumatore:

  1. Assicurare il consumatore che l’allevatore accetta gli impegni etici che comprendono la corretta gestione del benessere degli animali e dell’ambiente.

  2. Trasparenza nelle proprie azioni e chiarezza nell’illustrare le procedure di allevamento. Aspetto questo particolarmente importante per consumatori che non hanno una reale conoscenza del mondo dell’allevamento

  3. Avere dei sistemi di registrazione dei dati e della loro valutazione che possano mostrare in modo chiaro ed inequivocabile che quanto affermato nei punti 1 e 2 siano poi stati messi in pratica.

Come spesso accade le difficoltà sono più psicologiche che pratiche, ma prenderne coscienza non può che facilitare un processo di riavvicinamento del consumatore al mondo del latte con benefici per tutti.

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