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Competitività e sostenibilità

Al recente Congresso Mondiale di Buiatria (Cile 2010) il dr. Hemme dell’International Farm Comparison Network (IFCN) ha tenuto un’interessante e per molti versi provocatoria sul tema della competitività e sostenibilità della produzione del latte nel mondo.


Semplificando molto, la produzione del latte mondiale può essere suddivisa in due aree: quella dei paesi ad alta “densità di latte” ovvero i principali paesi produttori caratterizzati da alti costi produttivi e i paesi a bassa “densità di latte” tutti i paesi emergenti che hanno invece costi di produzione molto bassi. Questa distinzione è importante per capire come si potrà evolvere il mercato del latte se consideriamo che attualmente solo 15 Paesi nel mondo hanno una media di più di 50 bovine per allevamento e solo 9 con più di 100 bovine.

Queste differenze si riflettono direttamente sia sulla redditività sia sulla competitività della produzione. Il latte infatti è divenuto una “commodity” con una elevata volatilità del prezzo all’origine. Infatti tra il 2006 e il 2010 il prezzo mondiale del latte è oscillato tra 20 e 58$ al quintale, mentre il prezzo dei mangimi è oscillato nello stesso periodo tra 13 e 35$ al quintale.

Come dicevamo, in modo decisamente provocatorio, il dr.Hemme ha portato come esempio 3 diverse stalle una del Bangladesh (2 bovine), una tedesca (90 bovine) ed una americana (2000 bovine).

La stalla del Bangladesh con una produzione di 721 kg/vacca/anno non acquista mangime ed ha costi di produzione molto bassi (circa 30$/quintale). Quindi se avesse venduto il latte sul mercato nei periodi di massimo prezzo (58$) avrebbe quasi raddoppiato il proprio reddito.

La stalla tedesca con produzioni di 8725 kg/vacca/anno ha un costo di produzione attorno ai 55$, tale stalla è quindi redditizia solo quando il prezzo del latte si avvicina ai livelli massimi.

Infine la stalla americana 10.000 kg/vacca/anno ha costi compresi tra 28 e 51$ al quintale, per cui la sua marginalità è costantemente messa sotto pressione dall’andamento del mercato sia del latte sia degli strumenti di produzione (mangime ed energia).

Al di la della ovvia semplificazione del problema e degli esempi “estremi” il messaggio del relatore è molto chiaro: il futuro del mercato del latte si sposterà necessariamente in quelle aree dove vi è la possibilità di mantenere un giusto equilibrio tra reddito e sostenibilità ambientale dell’allevamento.

Per conoscere l’attività dell’IFCN visitate il loro sito web http://www.ifcnnetwork.org/en/start/index.php

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