La mastite bovina è una malattia di grande importanza economica. Le perdite economiche a livello di allevamenti di bovine da latte sono dovute principalmente:
Ai costi per il trattamento dei casi clinici
Alla riduzione della produzione di latte
Alla diminuzione della qualità del latte prodotto e quindi del suo valore commerciale a causa dell’aumento del contenuto di cellule somatiche (SCC)
All’aumento del rischio di riforma delle bovine affette da mastite.
Inoltre, numerosi studi hanno dimostrato che le perdite economiche dovute alla mastite non rimangono esclusivamente nei confini dell’allevamento ma si ripercuotono anche sulle successive fasi di trasformazione del latte lungo l’intera filiera lattiero-casearia. Il latte prodotto da bovine affette da mastite, infatti, oltre ad avere un contenuto di cellule somatiche elevato presenta importanti alterazioni a livello di caratteristiche chimico-fisiche. Tali alterazioni influenzano negativamente alcune caratteristiche tecnologiche importanti per garantire un ottimale processo di produzione dei prodotti lattiero-caseari.
Escherichia coli rappresenta una delle più frequenti cause di mastite negli allevamenti di bovine da latte, questo battere gram-negativo è tipicamente associato a casi di mastite clinica acuta. Tuttavia, i sintomi clinici variano ampiamente secondo la gravità di ciascun caso clinico. Le mastiti da E. coli sono comunemente classificate in iperacute, acute e, più raramente, infezioni persistenti. Il trattamento con antibiotici o la messa in asciutta del quarto colpito possono eventualmente eliminare l’infezione batterica, ma il pieno recupero della ghiandola mammaria colpita può richiedere un tempo notevolmente più lungo rispetto alla guarigione clinica. Pertanto, nel determinare l’impatto economico delle mastiti da E. coli bisognerebbe includere gli effetti a lungo termine dell’infezione, sia per quanto riguarda la riduzione della produzione di latte sia per quanto riguarda la minore qualità del latte prodotto.
L’obiettivo del lavoro descritto nel presente articolo è di studiare gli effetti a lungo termine delle infezioni intramammarie da E. coli, di diversa gravità clinica, sulla quantità del latte prodotto, sulla sua qualità e su alcune caratteristiche importanti per la sua successiva trasformazione in formaggio, in particolare sui parametri riguardanti la coagulazione.
Lo studio è stato condotto in un allevamento israeliano e ha riguardato ventiquattro vacche di razza Frisona affette da mastite clinica da E. coli. Nell’allevamento oggetto di studio erano allevate 220 vacche con una produzione media di 11400 litri di latte durante la lattazione standard della durata di 305 giorni e una conta cellulare media nel latte di massa pari a 200.000 cellule/ml. La mungitura avveniva tre volte al giorno (alle 05:00, alle 13:00 e alle 20:00) e gli animali erano alimentati con una razione contenente il 65% di concentrato e il 35% di foraggio (17% di proteine).
Durante lo studio gli animali colpiti da mastite clinica, sono stati sottoposti a prelievo asettico di latte da parte del personale operante in azienda. In seguito i campioni sono stati conservati a -20 ° C. Entro otto ore dal primo campionamento è stato eseguito un secondo campionamento ed entrambi i campioni sono stati inviati in laboratorio. Le bovine sono state incluse nello studio solo quando E. coli è stato isolato da entrambi i campioni. Dopo il secondo campionamento, tutti gli animali affetti da mastite sono stati trattati una volta al giorno per tre giorni con penicillina G-procaina, gentamicina e flunixin meglumine secondo il protocollo di trattamento in uso nella mandria oggetto di studio.
I dati riguardanti le singole bovine sono stati ottenuti dal sistema informatico utilizzato per gestire la mandria, in particolare sono stati utilizzati i seguenti dati: numero di lattazioni, giorni in lattazione, giorni di gravidanza, produzione di latte quotidiana (L/giorno), percentuale di grasso e proteine nel latte, contenuto di lattosio, contenuto di cellule somatiche, conducibilità elettrica del latte, storia clinica dei singoli animali.
Le bovine incluse nello studio sono state sottoposte a campionamento asettico del latte prodotto dal quarto o dai quarti colpiti da mastite da E. coli. Durante la prima settimana i campioni sono stati prelevati con frequenza giornaliera, poi con frequenza settimanale. Ciascun campione è stato sottoposto ad analisi batteriologica e determinazione del contenuto di cellule somatiche.
Inoltre, sono stati prelevati 300 ml di latte utilizzati per la valutazione del contenuto in proteine, caseina, grassi, lattosio, urea e del contenuto di cellule somatiche. Tale campione è stato anche utilizzato per determinare il tempo di coagulazione del latte e la consistenza del coagulo ottenuto.
Per valutare l’intensità e la fase della reazione infiammatoria della ghiandola mammaria durante l’infezione, è stata utilizzata la conta differenziale delle cellule somatiche utilizzando la citometria a flusso con anticorpi monoclonali specifici per le cellule prodotte dal sistema immunitario delle bovine.
L’intera procedura di campionamento e analisi è continuata fino alla completa guarigione della ghiandola mammaria oppure, in caso di mancata guarigione, fino alla sua completa alterazione.
I parametri utilizzati per determinare l’andamento del processo di guarigione della ghiandola mammaria sono stati: quantità di latte prodotto, contenuto di cellule somatiche, percentuale di linfociti CD18 e consistenza del coagulo. I valori ottenuti dopo ogni analisi sono stati confrontati con i valori ritenuti normali.
Le ghiandole mammarie considerate gravemente alterate sono state quelle la cui produzione di latte è quasi cessata o drasticamente diminuita a causa del processo infiammatorio in corso, oppure il latte prodotto aveva un contenuto di cellule somatiche molto elevato, tali mammelle sono state asciugate mediante la somministrazione intramammaria di un preparato a base di idrolizzati di caseina.
Le perdite nella produzione di latte sono state determinate sulla base di:
Quantità di latte scartato a causa del trattamento antibiotico (produzione media della bovina prima dell’infezione per sei giorni di mancata consegna del latte);
Latte perso a causa della ridotta produzione durante e dopo l’infezione (area tra la curva di lattazione prevista e quella effettiva);
Latte scartato a causa dell’elevato contenuto di cellule somatiche (SCC > 1,5 x 106/mL).
La curva di lattazione prevista per ogni bovina inclusa nello studio è stata determinata utilizzando un modello basato sulla produzione media delle bovine iscritte all’anagrafe bovina israeliana, ipotizzando una lattazione standard della durata di 305 giorni. Per ogni singolo animale, le correzioni alla curva di lattazione standard sono state apportate automaticamente grazie ai dati ottenuti durante le misurazioni del latte prodotto mensilmente da ogni bovina prima dell’insorgenza dell’infezione mammaria. L’ultima previsione prima della mastite è stata utilizzata per il confronto.
Fonte: Long term effects of Escherichia coli mastitis. Shlomo E. Blum, Elimelech D. Heller, Gabriel Leitner. The Veterinary Journal 201 (2014) 72–77.
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