L’insilato è l’alimento principale nella maggior parte degli allevamenti di bovini da latte. Per controllare la salubrità dell’alimento è essenziale mantenere il pH dell’insilato acido conservandolo in un ambiente anaerobio.
Uno dei possibili problemi legati all’insilato mal conservato è rappresentato dalla presenza di micotossine. Con il termine generico di micotossine si indicano sostanze tossiche prodotte dai miceti. Solo alcuni ceppi di alcune specie sono in grado di produrre tossine e solo in determinate condizioni ambientali. Il mais e alcuni cereali a piccoli grani sono particolarmente predisposti ad accumulare micotossine nei tessuti del seme mentre le foglie di questa pianta possono essere invase da muffe micotossina produttrici. Le muffe possono continuare a produrre micotossine anche dopo il raccolto, in condizioni aerobie.
Le più importanti micotossine sono rappresentate da tossina PR, acido micofenolico, roquefortina C e patulina (prodotte dal genere Penicilium), lo zearalenone, deossinivalenolo e tossina T2 (prodotte dal genere Fusarium), aflatossina gliotossina, fumitremorgina e fumiglacavina (prodotte dal genere Aspergillus).
Le micotossine rappresentano un problema solo quando raggiungono determinate concentrazione negli alimenti che variano a seconda della specie presa in considerazione. Vengono misurate in parti per milione (ppm) e parti per bilione (ppb).
I principali fattori di rischio legati alla formazione di micotossine sono:
· Tempo umido al momento della germogliazione
· Temperature elevate al momento della maturazione del mais
· Insetti o danni meccanici alla coltura
· Ritardi nella maturazione o nella mietitura
· Strutture di stoccaggio contaminate da miceti
· Errori nell’essiccazione del grano o scarsa ventilazione del materiale esiccato
· Errori nella conservazione anaerobica di alcuni foraggi con conseguente crescita di lieviti e muffe (principalmente Penicilium, cha ha richieste di ossigeno molto ridotte, seguito da altre contaminazioni fungine e batteriche)
Come fare diagnosi
Per poter definire se sono presenti alcune classi di micotossine nell’insilato è possibile utilizzare dei kit commerciali. La maggior parte di questi si basa sull’utilizzo di anticorpi e indica la positività tramite un viraggio di colore. Altri test utilizzano la cromatografia su strato sottile o minicolonne. Test da effettuare sul campo sono veloci e relativamente poco costosi (a seconda dei campioni che devono essere analizzati) e solitamente i risultati sono affidabili e riproducibili se effettuati su granaglia secca. Questi possono essere utilizzati per la diagnosi iniziale da confermare successivamente in laboratori accreditati che effettuano analisi dettagliate e quantitative. E’ fondamentale che il campione da analizzare sia rappresentativo del silos ed è necessario raccogliere più campioni nel tempo e con diverse localizzazioni e inviarli al laboratorio immediatamente o previa congelamento.
La sintomatologia da intossicazione
Nella maggior parte dei casi i sintomi sono legati ad una intossicazione cronica più che a tossicità acute. I sintomi sono vari e comprendono: riduzione dell’alimento ingerito, alterazione delle fermentazioni ruminali, diarrea, enterite, riduzione delle produzioni e della fertilità, letargia e, più in generale, immunosoppressione. L’attività delle micotossine può essere ridotta assumendo sostanze antiossidanti ma queste non rappresentano una soluzione al problema. Fondamentale è garantire una corretta funzionalità ruminale poiché micotossine, a concentrazioni basse, possono essere metabolizzate in questa sede e attuare corrette pratiche gestionali dell’alimento.
Alcuni accorgimenti per il controllo delle micotossine da mettere in atto nella gestione:
1. Coltivazione di ibridi adattati e parzialmente resistenti
2. Evitare la coltura continua di mais soprattutto dove i miceti “pericolosi” sono altamente prevalenti
3. Utilizzare una fertilizzazione basata sullo studio del suolo evitando un eccessivo utilizzo di nitrogeno
4. Evitare stress da insetti, piante infestanti o da una concentrazione di piante eccessiva
5. Programmare in anticipo la mietitura e la successiva gestione del raccolto
6. Pulire accuratamente i granai prima di riutilizzarli
7. Aerare i granai
8. Mietere alla corretta maturità delle piante e conservare correttamente per evitare la formazione di tasche d’aria
M.Mazzilli
Bibliografia: G. C. Bergstrom – Keep an eye out for mycotoxin problems – Hoard’s Dairyman – March 25, 2011; L. Whitlow – Protect your silage and herd from mycotoxins – Hoard’s Dairyman – April 10, 2011
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