Le malattie nell’allevamento del bovino da latte possono avere un effetto che va ben oltre l’aspetto economico riducendo il benessere animale e potendo danneggiare la percezione pubblica del settore nel suo complesso.
In un recente articolo comparso su Hoard’s Dairyman è stato studiato l’impatto di sei malattie: mastite, zoppia, chetosi, metrite, ritenzione di placenta e ipocalcemia nel biennio compreso tra 1° gennaio 2020 e 31 dicembre 2021 in allevamenti del Winsconsin che registrano regolarmente le patologie indicate.
Come previsto, il numero più grande in assoluto di casi durante il biennio ha riguardato la mastite con più di 72.000 casi. Il numero più basso segnalato ha riguardato invece l’ipocalcemia post parto con poco più di 3.000 casi.
In base al tasso di incidenza calcolato si è rilevato come circa Il 28% delle vacche presentava mastite, il 17% zoppie, l'11% chetosi, il 12% metrite, Il 4% la ritenzione di placenta e l'1% l’ipocalcemia.
Contrariamente a quanto spesso viene affermato, le vacche con una maggiore produzione sono anche quelle che presentavano meno patologie. Infatti, per il miglior 20% di vacche a livello produttivo, l’incidenza delle patologie è stata 20% per la mastite, 15% per le zoppie, 10% per la chetosi, 9% per le metriti, 2% per la ritenzione di placenta e 1% per l’ipocalcemia.
Sembra che ci sia un effetto stagionale sull'incidenza della malattia, in particolare per la mastite. Infatti, l'incidenza di mastite è risultata più alta durante i mesi di luglio e agosto con circa nove casi per 10.000 vacche e il minimo a dicembre con quasi sette casi su 10.000 vacche. Per le altre patologie non si è invece riscontrato un effetto stagionale, anche se il mese con la più alta incidenza complessiva di tutte le malattie era luglio (22,1) e il il più basso è stato aprile (18,6).
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