La gestione dell’asciutta: influenza sulla biologia e sull’immunità della mammella
Il periodo di asciutta è un momento fondamentale nella gestione delle bovine da latte. In passato la lunghezza ottimale era considerata di 8 settimane. Negli ultimi decenni è stato proposto da alcuni autori di accorciare la durata del periodo di asciutta. Secondo altri questa fase della gestione delle bovine in lattazione sarebbe da eliminare completamente, attuando una lattazione continua. Queste valutazioni sono state fatte, spesso, considerando esclusivamente l’aspetto economico senza valutare la fisiologia della mammella.
Da molti studi, anche recenti, è emerso che le 8 settimane proposte in passato sono ancora oggi necessarie per le bovine ad alta produzione per garantire il mantenimento delle quantità prodotte anche nelle lattazioni successive alla prima. Questi due mesi sono necessari per sostituire le cellule mammarie senescenti, naturalmente caratterizzate da una minore capacità secretoria e, quindi, per massimizzare la produzione di latte. E’da sottolineare però che, secondo alcuni autori, la riduzione delle produzioni è rappresentata da una quantità trascurabile di latte.
Durante l’asciutta si possono osservare delle modificazione nello stato energetico e nutrizionale e sullo stato ormonale per cui è possibile ipotizzare un’influenza di questa fase anche sulla risposta alle infezioni intramammarie. L’aumento dell’incidenza di nuove infezioni si verifica soprattutto nella prima parte (messa in asciutta) e nell’ultima parte (colostrogenesi) del periodo di asciutta. Accorciare o addirittura eliminare il periodo di asciutta potrebbe minimizzare o eliminare l’impatto dell’accumulo di latte in mammella durante l’asciutta, fenomeno che facilita nuove infezioni per l’accumulo di caseina. Con la riduzione del periodo di asciutta si potrebbe ridurre l’immunodeficienza caratteristica del periparto della bovina legata alla riduzione dell’efficacia della lattoferrina e dell’attività fagocitaria dei polimorfonucleati. Per contro però, una lattazione continua comporta una riduzione della qualità del colostro in quanto la colostrogenesi non è sufficiente per l’accumulo di gammaglobuline in mammella. Anche per motivi gestionali il momento dell’asciutta è fondamentale per il trattamento delle infezioni intramammarie, i principi attivi possono essere iniettati in mammella e permanere in loco per un tempo sufficiente alla completa guarigione del quarto.
Eliminare o accorciare l’asciutta ha poi effetti sullo stato energetico della bovina nel periparto attraverso la riduzione della frequenza dei cambiamenti nella dieta e poiché facilita l’utilizzo di una dieta ad alto livello energetico al termine della gestazione.
Concludendo la durata del periodo dell’asciutta rappresenta una variabile estremamente importante nella gestione di un allevamento di bovine da latte. Non è possibile stabilire una lunghezza standard di questa fase anche se possiamo stabilire che una sua completa eliminazione non è compatibile con la fisiologia della ghiandola mammaria.
M.Mazzilli
Bibliografia: Pezeski A., Capuco A.V., De Spiegeleer B., Peelman L., Stevens M., Collier R.J., Burvenich C. An integrated view on how the management of the dry period length of lactating cows could affect mammary biology and defence- Journal of Animal Physiology and Animal Nutrition 2010 (1-24)
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