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Nutrizione ed efficienza del sistema immunitario delle bovine

Al momento del parto, le bovine si trovano a dover affrontare un carico di sfide che può influenzare sia la loro salute nell’immediato, sia la loro produttività durante il corso della successiva lattazione.

Durante le prime settimane di lattazione le bovine possono essere colpite da diverse infezioni, tra cui mastite e metrite. Esse possono anche subire gli effetti a lungo termine di patologie quali collasso puerperale e chetosi; condizioni patologiche che possono contribuire, a loro volta, all’insorgenza d’infezioni uterine, dislocazione dell’abomaso e laminite.

La resistenza di ogni singolo animale nei confronti di tutte queste patologie è legata dall’efficienza del sistema immunitario e della sua prontezza di risposta al momento del parto.

L’alimentazione durante il periodo di asciutta riveste un ruolo molto importante nel garantire un funzionamento corretto ed efficiente del sistema immunitario durante la successiva lattazione.

Proprio come avviene nell’uomo, anche nelle bovine la funzione primaria del sistema immunitario è quella d’impedire ai patogeni di entrare nel corpo e di eliminarli qualora riescano a penetrare nell’organismo.

Inoltre, il sistema immunitario, contribuisce ai processi di rigenerazione dei tessuti e degli organi danneggiati durante l’infezione.

Le funzioni del sistema immunitario si manifestano attraverso due vie: l’immunità innata e quella adattiva, detta anche immunità acquisita.

L’immunità innata è la prima linea di difesa dell’organismo contro l’azione degli agenti patogeni, essa è una proprietà intrinseca di ciascun organismo vivente e agisce molto rapidamente in caso d’infezione.

Il sistema immunitario innato possiede un grande arsenale da utilizzare per combattere gli agenti patogeni. Pelle, lacrime e mucose costituiscono, ad esempio, la prima linea di difesa contro la penetrazione di microorganismi patogeni nell’organismo.

Parte della risposta immunitaria innata si manifesta con infiammazione e edema dei tessuti infetti. Dolore, arrossamento e aumento di temperatura, associati al processo infiammatorio, rappresentano anch’essi una barriera protettiva poiché si traducono in un aumento del flusso sanguigno e plasmatico che agiscono come una barriera per gli agenti patogeni e costituiscono una via d’uscita per i fluidi e le proteine infiammatorie.

Il sistema immunitario acquisito, d’altro canto, svolge la sua funzione protettiva quando il sistema immunitario innato non è stato in grado di superare con successo l’invasione del patogeno: quando l’infezione è troppo grave, un altro gruppo di cellule interviene al fine di combattere l’infezione eliminando il patogeno e riportando l’organismo alle condizioni precedenti l’infezione.

Queste cellule, tra cui ricordiamo soprattutto i linfociti, hanno la capacità straordinaria di saper riconoscere un particolare agente patogeno e di combatterlo in modo specifico.

La risposta immunitaria adattativa non avviene immediatamente e può richiedere diversi giorni affinché l’organismo sia in grado di riconoscere lo specifico agente patogeno causa d’infezione.

Oggigiorno, per supportare l’azione del sistema immunitario, riducendo la quantità di patogeno presente nell’organismo, sono utilizzati farmaci ad azione antibiotica. L’utilizzo di tali principi attivi, tuttavia, deve avvenire con prudenza e solo quanto strettamente necessario al fine di evitare l’insorgere di fenomeni molto pericolosi per la salute umana e animale, quali l’antibiotico-resistenza.

La patologia che più comunemente colpisce le bovine da latte, soprattutto nella prima parte della lattazione, è la mastite. La capacità delle bovine di resistere all’infezione mammaria o di combatterla efficacemente in caso d’infezione è strettamente correlata allo stato di salute dell’animale e quindi all’efficienza del suo sistema immunitario al momento del parto.

Purtroppo, durante il peri-parto, le bovine vanno in contro a numerosi cambiamenti sia dal punto di vista nutrizionale sia da quello ormonale.

Il cortisolo, un ormone ad attività immunosoppressiva rilasciato al momento del parto e ogni qualvolta l’individuo affronta una condizione stressante, contribuisce in modo rilevante alla suscettibilità della bovina nei confronti della mastite. Se la ghiandola mammaria, attraverso il canale del capezzolo, è esposta a un agente patogeno, come E. coli, e il sistema immunitario dell’animale è compromesso, si ha una maggiore possibilità di sviluppare un processo infiammatorio a carico della mammella causato da tale patogeno. Ogni volta che una bovina è sottoposta a stress e, quindi, i livelli di cortisolo sono elevati, essa va in contro a un maggiore rischio di sviluppare mastite e altre patologie come la metrite.

Negli ultimi anni, anche l’insorgenza di metrite è stata strettamente associata con la disfunzione del sistema immunitario. Anche in questo caso, se le membrane fetali non sono eliminate dall’utero in modo tempestivo o se il parto avviene in condizioni igieniche non ottimali, i batteri trovano le condizioni ideali per invadere l’utero causando un’infezione.

Molto spesso, inoltre, la causa di una mancata espulsione delle membrane fetali (placenta) è strettamente correlata alla presenza di problemi metabolici, come l’ipocalcemia subclinica.

Un secondo aspetto legato al mantenimento di un sistema immunitario sano è legato al fatto che una risposta immunitaria rapida ed efficace porta a una rapida eliminazione del patogeno e a un altrettanto rapido ripristino del tessuto e, quindi, dell’organo colpito dal processo infiammatorio conseguente all’infezione.

È noto a tutti che un caso grave di mastite clinica può condurre a un danno irreversibile del tessuto ghiandolare con conseguente perdita di uno o più quarti della mammella e riduzione della produzione di latte da parte dell’animale.

La stessa cosa accade quando le infezioni uterine non sono diagnosticate e trattate in modo tempestivo. Tali bovine non saranno mai più in grado di riprodursi e dovranno essere riformate in anticipo.

Anche l’insorgenza e l’esito delle patologie dell’apparato respiratorio sono strettamente correlati con lo stato del sistema immunitario. Gli animali che da giovani sono sottoposti a condizioni ambientali sfavorevoli, spesso subiscono danni più gravi in conseguenza a patologie dell’apparato respiratorio rispetto ad animali che non sono sottoposti a condizioni ambientali stressanti e, quindi, superano la malattia senza esiti negativi che comprometterebbero la produzione una volta che l’animale raggiunge l’età adulta.

Per molti anni, la somministrazione di antibiotici è stata considerata come un’azione efficace e “ad ampio spettro” al fine di sopperire alle disfunzioni del sistema immunitario degli animali da allevamento.

Sicuramente l’utilizzo degli antibiotici negli animali da allevamento è utile e non va demonizzato, tuttavia oggi non è possibile pensare a un utilizzo a tappeto come avveniva fino a qualche anno fa.

I residui di farmaci negli alimenti d’origine animale non possono più essere tollerati poiché, oggi, ci sono segni sempre più evidenti che molti batteri patogeni per l’uomo stanno diventando resistenti ai principi attivi più comunemente utilizzati negli animali allevati per la produzione di alimenti.

Inoltre, la crescente attenzione e la conseguente preoccupazione dell’opinione pubblica in merito alla presenza di residui di antibiotici nella catena alimentare stanno rendendo sempre più difficile per i produttori di alimenti di origine animale l’uso improprio e/o eccessivo degli antibiotici. Pertanto, è sempre più necessario per i produttori del settore lattiero-caseario, imparare a gestire proattivamente la salute delle bovine al fine di prevenire l’insorgenza di quelle patologie per le quali è necessario intervenire con una terapia antibiotica.

Per garantire la piena efficienza del sistema immunitario delle bovine da latte è importante concentrarsi sulla nutrizione, soprattutto per quanto riguarda il metabolismo energetico, sia prima sia dopo il parto.

Prevenire o ridurre al minimo situazioni in cui il bilancio energetico diventa negativo, è sicuramente il modo più efficace per mantenere il sistema immunitario sano e quindi efficiente.

Per raggiungere quest’obiettivo è importante fornire alle bovine una quantità più che sufficiente di energia metabolizzabile durante il periodo di close-up e durante le prime settimane dopo il parto, fino a quando l’animale non avrà raggiunto il picco di produzione lattea.

Fornire un adeguato livello dell’energia metabolizzabile, partendo dalle ultime settimane prima del parto, aiuterà l’animale a ridurre al minimo la mobilizzazione del grasso corporeo per soddisfare l’elevato fabbisogno energetico di cui necessita per l’elevata produzione latte.

Gli acidi grassi non esterificati (NEFA) sono prodotti come risultato di un eccessivo metabolismo dei grassi che, a sua volta, produce corpi chetonici i quali agiscono negativamente sull’efficienza del sistema immunitario.

Lo stress, soprattutto se associato a chetosi, riduce drasticamente la capacità del fegato di sintetizzare glucosio, il che aumenta ulteriormente la carenza di energia.

Molti aspetti della fisiologia del sistema immunitario e del metabolismo dei nutrienti sono correlati.

Infatti, proteine, aminoacidi, vitamine e sali minerali, insieme con il metabolismo energetico, sono elementi necessari per la sintesi e lo sviluppo di leucociti, linfociti, neutrofili e macrofagi; cellule di fondamentale importanza per la loro capacità di combattere le infezioni.

Nonostante, in letteratura, esistano limitate informazioni sul fabbisogno di amminoacidi durante il periodo di asciutta, alcuni studi indicano un raddoppio della domanda di aminoacidi al momento del parto.

Diversi studi hanno anche dimostrato un aumento di tre volte per quanto riguarda il fabbisogno di glucosio, un aumento pari a cinque volte della domanda di acidi grassi e di quattro volte per quanto riguarda il fabbisogno di calcio a partire da quattro giorni dopo il parto.

Il calcio è necessario per la produzione di latte, per il funzionamento corretto dei muscoli e per la crescita delle ossa ed è anche fondamentale per il metabolismo intracellulare. L’azione di questo minerale durante il periodo del parto non si limita esclusivamente alla prevenzione del collasso puerperale ma assume un ruolo di primaria importanza nel garantire la piena efficienza del sistema immunitario.

Per fare in modo che al momento del parto il sistema immunitario sia pienamente efficiente è fondamentale, durante le ultime settimane di asciutta, garantire un adeguato apporto di calcio, inoltre è importante assicurarsi che esso sia correttamente assorbito e metabolizzato attraverso la somministrazione di una dieta anionica equilibrata.

Le disfunzioni del sistema immunitario hanno un impatto molto negativo sulla produzione di latte, sulla riproduzione e sulla crescita delle bovine da latte.

Evitare o ridurre al minimo le infezioni acute o croniche, soprattutto al momento del parto, concentrandosi sul mantenimento di un sistema immunitario sano ed efficiente, dovrebbe essere in cima alla lista delle priorità di ogni produttore di latte.

Fonte: Immune dysfunction in fresh cows. John Hibma. HOARD’S WEST, June 2015 W-53.

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