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Prevalenza, incidenza e fattori di rischio delle mastiti nelle manze

Comunemente le manze come le vitelle e le primipare sono considerati animali non interessati dal problema della mastite. I microrganismi contagiosi sono trasmessi principalmente durante la mungitura e, inoltre, quest’ultima può compromettere la chiusura dell’orifizio del capezzolo così da facilitare l’insorgere di mastiti da microrganismi ambientali. Vista l’assenza di mungitura le manze non dovrebbero andare incontro ad infezioni intramammarie. Nella realtà esse sviluppano mastiti sia nel periodo preparto che nel periparto anche se con una prevalenza minore rispetto alle pluripare. Solitamente i microrganismi che causano mastite nelle manze sono i medesimi che causano problemi nelle pluripare.

Le mastiti subcliniche nelle manze

La prevalenza delle infezioni intramammarie varia da 28.9 al 74.6% nel preparto e dal 12.3 al 45.5% al parto. Per ciò che concerne le mastiti subcliniche gli agenti che in alcuni lavori vengono riportati come più comunemente isolati sono gli stafilococchi coaugulasi negativi (CNS) seguiti dagli stafilococchi coaugulasi positivi (CPS). In alcuni studi, invece, i microrganismi con una prevalenza maggiore sono i patogeni ambientali. Per determinare una mastite subclinica viene comunemente utilizzata la soglia delle 200.000 cellule/ml. Inoltre, è stato riscontrato che le manze che presentano una conta cellulare minore alle 200.000 cellule/ml avranno anche un minore tenore cellulare durante tutta la lattazione a dimostrazione del fatto che una mastite subclinica nel periparto di una manza può compromettere il tenore cellulare di tutta la lattazione successiva. Per contro, manze con una conta cellulare ad inizio lattazione molto bassa sono meno a rischio per lo sviluppo di mastiti subcliniche durante tutta la lattazione successiva.

I fattori di rischio per lo sviluppo di mastiti subcliniche nelle manze sono:

1) l’aumento di somministrazione di concentrato nelle manze a 11-16 mesi di età

2) lo spostamento in un ambiente di piccole dimensioni il giorno del parto (maggiore sarà il tempo a diposizione per l’adattamento al nuovo ambiente, minore sarà lo stress per la bovine);

3) la percentuale di bovine presenti in azienda affette da mastite;

4) l’uso di misure di costrizione durante la mungitura.

Sono inoltre fattori di rischio: la stagione (SCC maggiore in estate), la localizzazione dell’azienda (in parte legato al clima), e il trimestre di gravidanza.


Le mastiti cliniche nelle manze

Per ciò che concerne le mastiti cliniche, queste vengono comunemente denominate con il termine “summer mastitis syndrome”, indicando una mastite acuta, suppurativa, che colpisce animali non in lattazione (sia animali in asciutta che manze). I microrganismi comunemente isolati in questa sindrome sono: A.pyogenes, P. indolicus, S. dysgalactiae, F. necrophorum e B. melaninogenicus. Questa sindrome ha una prevalenza maggiore nei paesi del nord Europa (Gran Bretagna in particolare).

Più in generale, tra le cause di mastiti cliniche in due lavori è riportato che i CNS sono i principali responsabili, mentre in altri lavoro vengono citati i CPS o gli streptococchi ambientali. I CNS sono considerati batteri opportunisti, ma la loro presenza nella mammella comporta una imponente leucocitosi associata a danno del parenchima mammario.

E’ risultato che le manze sono maggiormente a rischio durante il periparto: più della metà degli animali sviluppa mastite tra 7 e 30 giorni post parto. Inoltre, fattori di rischio per lo sviluppo di mastiti cliniche nelle manze sono: la dieta, fattori legati alla ghiandola mammaria (come edema o scarsa produzione di latte) e fattori legati a cambiamenti nella gestione aziendale e all’introduzione delle manze in azienda, fattori soggettivi (come parto distocico, bassi livelli di IgG1 nel sangue, conta dei leucociti ematici maggiore ai 7.2 milioni/ml, una percentuale di eosinofili maggiore del 4%).

E’ essenziale specificare che la gestione aziendale può avere un notevole impatto sul controllo di queste patologie preparto.

M.Mazzilli

Bibliografia: Fox L.K. (2009)- Prevalence, incidence and risk factors of heifer mastitis – Veterinary Microbiology 134: 82-88

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