Normalmente viene considerato “politicamente scorretto” negli ambienti agro-veterinari antropoformizzare le bovine attribuendo loro sentimenti e sensazioni umane. Un recente articolo di Paul R. Biagiotti, un veterinario americano molto noto, ha però messo in discussione tale atteggiamento, in particolare per gli aspetti riguardanti la somministrazione di farmaci.
La tesi dell’Autore è che se noi proviamo dolore o, quanto meno, disagio quando veniamo “punti” per una qualsiasi ragione medica, tale disagio sarà ben maggiore nelle nostre bovine che subiscono ripetuti trattamenti e prelievi durante la loro vita produttiva.
L’Autore mette quindi pone l’accento su una corretta valutazione della necessità e modalità dei trattamenti parenterali e della possibilità di avere vie di somministrazione alternative (vaccinazioni endonasali, antinfiammatori per bocca, antiparassitari pour-on, antibiotici a lunga persistenza).
Accanto a queste considerazioni e all’auspicio di un ulteriore sviluppo di farmaci che siano somministrabili per vie diverse da quella parenterale, l’Autore pone l’accento sugli aspetti fondamentali che debbono considerati prima di effettuare una terapia:
La diagnosi è stata fatta in modo accurato ?
Vi è una reale necessità di intervenire terapeuticamente ?
La terapia che vogliamo effettuare è dimostrato che sia efficace ?
Siamo in grado di valutare se la dose somministrata sia quella corretta in funzione del peso dell’animale ?
Temi questi ultimi che sono emersi chiaramente anche nel nostro ultimo congresso e che si stanno sempre più dibattendo a diversi livelli nel mondo veterinario e, più in generale, in quello zootecnico. L’auspicio è che questo dibattito si affronti anche nel nostro Paese per migliorare da un lato la gestione sanitaria degli allevamenti e dall’altro di migliorare il benessere dei nostri animali.
Fonte: Do you have pincushion cows or calves. P:R.Biagiotti Hoard’s dairyman Jul 2011 398
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