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Quali sono i fattori che influenzano l’incidenza delle mastiti da S. aureus?

La mastite causata da Staphylococcus aureus, come più volte ribadito, rappresenta una delle principali problematiche dell’allevamento della bovina da latte a livello mondiale; tale patologia può presentarsi sotto due forme: clinica o subclinica.

Le mastiti cliniche sono di più facile riconoscimento e, pertanto, i fattori di rischio per queste forme sono stati maggiormente studiati nel corso degli anni, sia per quanto riguarda i quelli legati alla prevalenza (% di quarti infetti in un determinato momento) sia per quelli correlati all’incidenza (% di nuovi casi che si sviluppano durante un dato periodo di tempo).

Le mastiti subcliniche invece per essere diagnosticate necessitano del ricorso ad esami laboratorio (conta delle cellule somatiche ed esame batteriologico) che, in particolare per quanto riguarda S. aureus, devono sovente essere ripetuti più volte; tale costosa condizione ha spinto la maggior parte degli studi scientifici a focalizzarsi sulla ricerca fattori di rischio relativi alla prevalenza di S. aureus lasciando parzialmente da chiarire quelli riguardanti l’incidenza.

Nel 2012 un ampio studio canadese ha provato a individuare con maggior precisione quali siano i fattori di rischio legati all’incremento dell’incidenza di S. aureus a livello di singolo quarto, singola bovina o intera azienda. La ricerca si è svolta tra il 2007 e il 2008, ha interessato 90 aziende canadesi dove sono stati prelevati campioni di latte in serie da 15 bovine (10 scelte casualmente e 5 freschissime) in quattro diverse occasioni, inoltre, le vacche selezionate in un ciclo di prelievi sono state escluse dalle selezioni successive e durante ogni prelievo sono state registrate anche le condizioni dei capezzoli tramite un apposito sistema di scoring. In totale sono stati prelevati e testati 59,167 campioni di latte. In fine, Le caratteristiche degli allevamenti sono state analizzate con l’ausilio di un questionario sulla gestione aziendale. I punti presi in esame da tale questionario sono riassunti nella sottostante tabella:

Fattori

Descrizione

Gestione della mungitura

Routine di mungitura e gestione di tutte le procedure legate alla mungitura (procedure operative standard, preparazione delle mammelle, dipping, sovramungitura, ecc.).

Attrezzature e macchinari

Tipologia e settaggi di mungitrice e attrezzature connesse (tipo di sala/robot, stacco automatico, vuoto, gestione delle guaine, ecc.)

Gestione delle strutture

Tipologia di strutture e loro gestione (tipologia di stabulazione, pulizia, gestione della lettiera, densità animale, ecc.)

Sala parto

Gestione della sala parto (densità dei vitelli, tempi di permanennza nella sala parto, performance riproduttive, ecc.)

Biosicurezza e gestione generale

Gestione della biosicurezza (controllo delle mosche, taglio dei peli e della coda, protocolli vaccinali, controlli epidemiologici, screening periodici, ecc.)

Nutrizione

Gestione dell’alimentazione (modalità, bilanciamento della razione, analisi del foraggio, micronutrienti, ecc.)

Gestione mastiti cliniche

Approccio alle mastiti cliniche (diagnosi, trattamento, protocolli terpeutici standardizzati, dipping, vie di somministrazione, ecc.)

Scheda anagrafica ed epidemiologica

Dati delle bovine stabulate (produzione, qualità, prevalenza dei principali agenti eziologici di mastite a livello di singolo quarto)

Cofattori

Descrizione

Caratteristiche generali

Caratteristiche strutturali ed epidemiologiche (tipo di strutture, SCC del latte di massa, prevalenza della principali patologie infettive, ecc.)

Motivazione e attitudine

Formazione e motivazione dell’allevatore e del personale (meticolosità, competenza, attenzione nella registrazione dei dati, ecc.)

Conoscenze e percezioni

Percezioni e pareri legati alla difficoltà del controllo delle mastiti (identificazione della problematiche legate alla SCC, conoscenze relative alla lotta a S. aureus, ecc.)

Il 92,2% degli allevamenti presi in esame ha presentato un’incidenza di mastiti da S. aureus inferiore a 0,02 casi/mese, tuttavia, la restante porzione di stalle ha sofferto di un numero di casi mensili notevolmente più elevato (fino al quadruplo). Un risultato analogo, ma con distribuzione meno “estrema”, si è registrato per la prevalenza del patogeno, mentre, per quanto riguarda il tasso di guarigione la distribuzione tra le aziende si è avvicinata alla normale. Incidenza e tasso di guarigione si sono rivelati due ottimi predittori per quanto riguarda la prevalenza di S. aureus in azienda.

I fattori risultati in grado d’influenzare, in maniera statisticamente significativa, le mastiti da S. aureus sono riassunti di seguito:

Incidenza:

Impiego di guanti durante le operazioni di mungitura (riduzione dell’incidenza, soprattutto per bovine con uno o più quarti già infetti)

Impiego di disinfettanti pre-dipping (riduzione)

Forte callosità o durezza della cute capezzolo e lesioni agli sfinteri (incremento)

Elevata prevalenza di S. aureus in azienda (incremento)

Tasso di guarigione:

Impiego di guanti durante le operazioni di mungitura (incremento del tasso di guarigione)

Riforma routinaria delle bovine che manifestano più di 3 mastiti cliniche durante la loro carriera (riduzione)

Prevalenza:

Impiego di guanti durante le operazioni di mungitura (riduzione dalle prevalenza)

Impiego di disinfettanti pre-dipping (riduzione)

Forte callosità o durezza della cute capezzolo e lesioni agli sfinteri (incremento)

La prevalenza inoltre è risultata influenzata, positivamente o negativamente, da numerosi altri fattori gestionali (materiarli di costruzione delle strutture, gestione della lettiera e dell’area parto, ecc.) in maniera differente a seconda del numero di parti delle bovine prese in analisi.

I fattori gestionali

L’adozione dei guanti ha mostrato un’influenza desiderabile sia sulla diffusione che sulla riduzione delle mastiti da S. aureus, tuttavia, tale influenza è stata notevolmente più marcate nelle bovine con almeno un quarto già infetto rispetto a quelle sane e, inoltre, le evidenze scientifiche relative agli effetti benefici dei guanti non sono ad oggi particolarmente numerose. È stato ipotizzato che tali effetti siano la conseguenza della riduzione della colonizzazione delle mani dei mungitori da parte di batteri potenzialmente patogeni; delle caratteristiche chimico-fisiche dei guanti che rendono più difficoltosa l’aderenza dei batteri alle mani e che, oltretutto, l’utilizzo dei guanti rispecchi una maggiore attenzione generale per l’igiene e per il problema mastite.

L’impiego di prodotti efficaci per il pre-dipping, com’era già noto, permette di ridurre il rischio di trasmissione di potenziali agenti di mastite così come tutti quegli accorgimenti atti a mantenere in buono stato la cute dei capezzoli e i relativi sfinteri (preparazione della mammella, settaggi corretti della mungitrice, stacco adeguato, assenza di trazione e sovramungiura, ecc.).

In fine, tra i fattori risultati significativi, adottare un protocollo che richiede un numero troppo elevato di casi clinici (oltre 3) prima di riformare un animale può portare ad un incremento delle vacche infette in maniera persistente.

Numerosi fattori vitali per un piano di controllo o eradicazione quali, ad esempio, l’impego di una strategia efficacie per la terapia in asciutta o il post-dipping non sono risultati significativi nello studio tuttavia tali risultati sono una conseguenza del campionamento, infatti, pressoché la totalità degli allevamenti presi in esame adottava già queste pratiche, rendendo di fatto impossibile un confronto. L’impiego di un corretto protocollo per la terapia in asciutta così come un efficacie post-dipping continuano a rappresentare dei punti cardine per la lotta alle mastiti e non devono mai essere trascurati, come evidenziato anche in lavori precedenti.

In conclusione, prevenire l’insorgenza di nuovi casi di mastite da S. aureus rappresenta uno dei fattori chiave nel controllo di questo patogeno e, ai fini di tale prevenzione, risulta fondamentale l’adozione di buone pratiche gestionali, in particolar modo durante tutte le operazioni legate alla mungitura.

Fonte: Dufuor et al. – Manageable risk factors associated with the lactational incidence, elimination, and prevalence of Staphylococcus aureus intramammary infections in dairy cows – Journal of Dairy Science (Mar. 2012)

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