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Si accende il dibattito sull’uso degli antibiotici


Molto recentemente l’FDA americana ha prodotto una linea guida dal titolo “The Judicious Use of Medically Important Antimicrobial Drugs in Food-Producing Animals” che ha lo scopo di limitare o bandire l’uso di certi classi di antibiotici per gli animali da reddito, soprattutto quelli che vengono utilizzati ad uso “preventivo”.

Questo documento si basa su due principi:

  1. L’utilizzo di antimicrobici negli animali da reddito deve essere limitato a quelli che sono considerati necessari per assicurare la salute animale

  2. L’utilizzo di antimicrobici considerati importanti per l’uomo negli animali da reddito deve essere limitato a quelli che devono essere utilizzati sotto controllo veterinario.


In particolare l’FDA indica anche i fattori che devono essere considerati dal veterinario per definire se un antimicrobico possa essere usato ai fini preventivi:

  1. Evidenza della sua efficacia

  2. Evidenza che la sua attività preventiva è verificata ed è costante nella pratica veterinaria

  3. Evidenza che l’azione è specifica per un determinato agente patogeno

  4. Evidenza che l’uso è mirato in modo corretto

  5. Evidenza che non ci sono altre valide alternative.

Le conclusioni di questo documento dicono chiaramente che devono essere messe in atto misure che limitino (bandiscano) l’uso di antimicrobici importanti per l’uomo negli animali. Queste restrizioni hanno lo scopo di ridurre l’uso di antimicrobici, di ridurre lo sviluppo di antibiotico-resistenza e di consentire l’uso di tali sostanze dove ritenuto indispensabile.

Questo dibattito è già noto in Europa e la normativa che limita e bandisce l’uso di sostanze antimicrobiche è già applicata. Interessante notare l’approccio americano, più lento rispetto al nostro e, per certi versi molto più aperto verso le istanze anche dei produttori e dei veterinari. La linea guida infatti indica la strada e la misura legislativa, ma permette a chi ha opinioni diverse di portare il proprio contributo. Questo non si è fatto aspettare e un’organizzazione il Competitive Enterprise Interprise Institute (CEI) ha commentato immediatamente il documento FDA, mettendo in luce le possibili conseguenze e anche i risultati poco incoraggianti che abbiamo avuto in Europa.

Sarà interessante seguire questo dibattivo e vedere il risultato finale, poiché potremo sicuramente avere utili informazioni anche per affontare su basi meno “emotive” tale problema nel nostro continente.

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