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Terapia delle mastiti da E. coli

Nei moderni allevamenti di bovine da latte il controllo della mastite deve basarsi sulla prevenzione piuttosto che sulla terapia. Tuttavia, il trattamento efficace dei casi clinici è un elemento essenziale dei programmi controllo.

I batteri coliformi sono una causa frequente di mastite nei bovini. La specie più comune, isolata in oltre l’80% dei casi di mastite da coliformi, è Escherichia coli. Per quanto riguarda la patogenesi della mastite da E.coli un ruolo importante è quello svolto dai lipopolisaccaridi (LPS), componenti della parete cellulare dei batteri gram-negativi. Essi sono considerati i fattori di virulenza primari dei batteri coliformi, essendo responsabili della maggior parte delle reazioni fisiopatologiche che avvengono in corso di mastite. Essi sono rilasciati dai batteri durante la replicazione e dopo la morte della cellula batterica. I segni clinici apprezzabili durante la fase acuta della mastite sono indotti proprio dai LPS che provocano il rilascio di notevoli quantità di mediatori pro-infiammatori.

Dopo l’eliminazione dei batteri, i segni d’infiammazione, come l’aumento della conta cellulare del latte, possono persistere nel quarto infetto per diverse settimane. Nei casi più gravi la ghiandola mammaria può risultare definitivamente compromessa e il quarto può diventare cieco.

Nella maggior parte dei casi le infezioni mammarie causate da E.coli sono di durata limitata poiché i batteri sono eliminati spontaneamente dal quarto infetto. Episodi di mastite cronica causata da E.coli sono considerati eventi rari.

Per quanto riguarda la terapia delle mastiti da coliformi il ruolo degli antibiotici è ancora motivo di dibattito.

Nelle mastiti da coliformi, i segni clinici sono principalmente causati dai LPS e, quindi, il trattamento deve essere mirato a ridurre l’effetto di tali sostanze sull’organismo. D’altro canto, una popolazione batterica più numerosa produce maggiori quantità di LPS, e di conseguenza, il perpetuarsi dell’infezione contribuisce ad amplificare gli effetti di tali tossine.

L’eliminazione spontanea di E.coli dalla ghiandola mammaria è generalmente rapida ed efficace ma il fallimento dei meccanismi di difesa dell’organismo può causare una crescita illimitata di batteri. In questi casi, il trattamento antibiotico può contribuire al controllo dell’infezione aumentando le probabilità di sopravvivenza dell’animale.

Nella maggior parte degli studi pubblicati, riguardanti la terapia delle mastiti da coliformi, manca un gruppo di controllo non trattato, e in molti studi non è determinato l’agente eziologico a livello di specie. Inoltre la sensibilità in vitro dei batteri nei confronti dell’antibiotico usato nel trattamento sperimentale è determinata raramente. Senza conoscere la sensibilità dell’agente eziologico all’antibiotico scelto per il trattamento, una valutazione critica del risultato del trattamento è molto difficile. In molti studi, inoltre, sono stati eseguiti diversi trattamenti concomitanti alla terapia antibiotica e questo rende l’interpretazione dei risultati ancora più difficile o addirittura impossibile.

Nonostante queste problematiche, che hanno reso difficile la creazione di un protocollo terapeutico universalmente riconosciuto, negli anni sono state proposte diverse linee guida nel trattamento delle mastiti da E.coli secondo la gravità delle condizioni cliniche dell’animale, delle caratteristiche di gestione della mandria e della possibilità di reperire e utilizzare determinati farmaci piuttosto che altri nei diversi paesi.

Nei casi gravi di mastite da E.coli è consigliata la somministrazione sistemica di antibiotici per ridurre il rischio di batteriemia.

Gli antibiotici ad ampio spettro suggeriti includono: sulfamidici in associazione a trimethoprim, ossitetraciclina, fluorochinoloni, cefquinome e ceftiofur.

Solo pochi principi attivi sono dotati di proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche tali da renderli utilizzabili per via sistemica nel trattamento delle mastiti causate da batteri gram-negativi.

Un ruolo importante nella terapia di questa patologia è oggi affidato all’azione degli agenti anti-infiammatori. La riduzione del dolore e dell’infiammazione è, infatti, una componente essenziale della terapia delle mastiti. L’uso di glucocorticoidi è suggerito per impedire l’insorgere di shock endotossico e alleviare i sintomi della mastite acuta. A livello sperimentale la somministrazione sistemica di desametasone o quella intramammaria di prednisolone riduce la risposta febbrile, aumentano la risposta leucocitaria e riducono i sintomi locali, questo però avviene solo se la somministrazione dei glucocorticoidi avviene contemporaneamente o al massimo due ore dopo l’infusione intramammaria sperimentale di LPS.

I farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) sono utilizzati per alleviare i segni clinici e migliorare il benessere delle bovine affette da mastite riducendo il dolore. Nelle infezioni sperimentali con E.coli e nei modelli ottenuti mediante infusione di endotossine in mammella la somministrazione FANS quali flunixin meglumine, carprofene e ketoprofene hanno fatto registrare diversi effetti positivi: riduzione della temperatura rettale, attenuazione dei segni clinici, ripristino della funzione ruminale.

I dati raccolti fino ad oggi indicano che i FANS svolgono un’azione maggiore nell’alleviare i segni clinici associati a mastite da E.coli rispetto ai glucocorticoidi e che devono essere, quindi, considerati farmaci di prima scelta per questo scopo.

Un ruolo importante nel trattamento delle mastiti da coliformi è quello svolto della terapia di supporto. I principali interventi terapeutici di supporto sono:

  1. Mungitura frequente: è una pratica tradizionale ed è comunemente raccomandata come trattamento di supporto per la mastite clinica. Dati recenti, ottenuti da una ricerca sul campo svolta nel 2011, hanno indicato che la mungitura frequente durante la fase acuta della mastite clinica da E.coli facilita la guarigione. Ciò nonostante essa è laboriosa e raramente applicabile nei grandi allevamenti di bovine da latte.

  2. Fluidoterapia: la correzione della disidratazione è indicata nei casi più gravi di mastite da E.coli. In questi casi, la somministrazione endovenosa di fluidi, elettroliti e soluzione glucosata può salvare la vita della bovina.

  3. Correzione dell’ipocalcemia: l’ipocalcemia è relativamente comune nei casi di endotossiemia conseguente a grave mastite da E.coli. In questi casi è importante ripristinare la normale calcemia somministrando per via sistemica soluzioni contenenti calcio gluconato.

  4. Somministrazione di lattoferrina: quest’ultima è una glicoproteina naturale con elevata capacità di legare il ferro, in teoria essa potrebbe essere utile nel trattamento delle mastiti da coliformi come alternativa agli antibiotici e per la sua capacità di legare i lipopolisaccaridi. L’efficacia della lattoferrina è stata valutata in un modello sperimentale di mastite da E.coli, che non ha evidenziato differenze tra bovine trattate con lattoferrina e bovine trattate con enrofloxacin.

Al fine di affrontare con successo questa patologia migliorando l’outcome degli animali colpiti è importante selezionare i trattamenti più adeguati per ciascun caso clinico in base ai rilievi raccolti mediante l’esame clinico e la valutazione dei dati anamnestici.

Le bovine affette da mastite acuta da coliformi che necessitano di un trattamento intensivo devono essere rapidamente identificate. Negli anni sono stati utilizzati diversi metodi di classificazione per valutare la gravità della mastite clinica da coliformi. Tutt’oggi non c’è accordo unanime sui parametri clinici da includere nella valutazione della gravità, ma i più comuni sono temperatura rettale, stato d’idratazione, motilità del rumine e le alterazioni del latte secreto dalla ghiandola mammaria.

Un campione di latte deve sempre essere prelevato per determinare l’agente eziologico di ciascun caso di mastite, tuttavia i casi gravi di mastite devono essere trattati immediatamente. Solo per i casi lievi si può, eventualmente, attendere l’esito dell’esame batteriologico.

In conclusione possiamo affermare che, quando la diagnosi preliminare è di grave mastite da coliformi, la terapia antibiotica per via sistemica è sempre consigliata al fine di ridurre il rischio di crescita incontrollata dei batteri che può evolvere in batteriemia e mettere in pericolo la vita della bovina.

L’efficacia del trattamento delle mastiti da E.coli per via intramammaria, invece, non è provata da nessun dato scientifico e pertanto questo tipo di somministrazione non è consigliata.

In tutti casi di mastite da coliformi di entità moderata o grave è opportuno somministrare un FANS e intraprendere un’adeguata terapia di supporto secondo la gravità di ogni singolo caso.

Fonte: Treatment for bovine Escherichia coli mastitis – an evidence-based approach. – L. SUOJALA, L. KAARTINEN & S. PYÖRÄLÄ – J. vet. Pharmacol. Therap. 36, 521–531. doi: 10.1111/jvp.12057.

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