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Un nuovo problema?

Lactococcus lactis è un microrganismo ampiamente diffuso nell’industria alimentare per il suo utilizzo tecnologico nella produzione di svariati prodotti caseari, esso è utilizzato anche negli allevamenti come inoculo durante la produzione d’insilati.

Fino a pochi anni fa, solo raramente gli era stato attribuito un ruolo come agente di mastite. Oggi si sta, invece, studiando il ruolo di questo microrganismo come potenziale patogeno per la mammella delle bovine da latte.

Il primo caso di mastite attribuito a questo agente risale al 1996, in Brasile con il suo isolamento in un campione di latte proveniente da una bufala affetta da mastite clinica. Durante l’anno successivo è stato isolato da diversi campioni di latte bufalino prodotto da animali con mastiti subcliniche. Lactococcus lactis è stato poi isolato, nel 1999, da campioni di latte vaccino prodotto da bovine affette da mastite subclinica.

Lactococcus lactis è molto simile ai batteri appartenenti al gruppo degli streptococchi, tanto che, inizialmente era denominato Streptococcus lactis.

L’identificazione di ogni specie batterica, appartenente a una determinata famiglia e presente nei campioni di latte sottoposti ad analisi batteriologica, è molto costosa e per questo motivo solo i microrganismi più importanti, isolati con maggior frequenza, sono inclusi nella ricerca in laboratorio e quindi nei risultati delle analisi batteriologiche.

Nel caso degli streptococchi i principali ed i più patogeni, oltre a Str.agalactiae, sono Str.uberis, Str.dysgalactiae, Str.mitis, Str.canis, i microrganismi rimanenti, appartenenti alla stessa famiglia ma meno diffusi, sono identificati come “Streptococcus species”, incluso Lactococcus species.

I ricercatori, oggigiorno, stanno raccogliendo ulteriori informazioni per quanto riguarda la diffusione di questo microrganismo e il suo significato per quanto riguarda l’insorgenza di casi clinici di mastite, l’aumento della conta delle cellule somatiche e gli effetti sulla qualità del latte.

In un futuro prossimo, quanto le metodologie utilizzate saranno più accurate, saremo in grado di comprendere del tutto la natura delle mastiti che potenzialmente è in grado di provocare e, di conseguenza, comprenderemo come trattare al meglio tali mastiti.

È importante, in particolare, determinare se questo battere è un grado di provocare prevalentemente mastiti cliniche oppure subcliniche, come risponde al trattamento antibiotico e se è in grado di provocare mastiti croniche e aumenti significativi del contenuto di cellule somatiche nel latte.

Recentemente alcuni focolai di mastite sono stati correlati a infezioni da Lactococcus in diversi allevamenti di bovine da latte situati in Minnesota, la maggior parte dei batteri isolati nei campioni di latte prelevati durante questi episodi sono risultati essere Lactococcus lactis e Lactococcus garvieae.

I focolai di mastite imputati a questo battere sembrano iniziare come casi di mastite clinica, alcuni dei quali evolvono in mastite cronica e sono caratterizzati da un rilevante incremento del contenuto di cellule somatiche nel latte.

Utilizzando le tradizionali tecniche diagnostiche basate sull’esame batteriologico, Lactococcus non può essere distinto da altri streptococchi ambientali è facile che esso sia identificato in modo errato, non consentendo una corretta e rapida diagnosi. Quindi i casi rilevati negli allevamenti coinvolti potrebbero essere solo la punta dell’iceberg.

Dal punto di vista pratico, in attesa di ulteriori informazioni circa il coinvolgimento di questo battere nell’eziopatogenesi delle mastiti, nell’affrontare questo possibile problema emergente è necessario fare sempre riferimento alle singole circostanze, proprie di ciascun allevamento:

  1. Se l’allevamento in oggetto è caratterizzato da bassa conta cellulare per quanto riguarda il latte di massa e bassa incidenza di nuovi casi clinici di mastite, caratterizzati da un buon tasso di guarigione, allora il problema non è rilevante.

  2. Se, al contrario, nell’allevamento sono presenti numerosi casi di mastite e dagli esami batteriologici emerge un’elevata positività dei campioni di latte classificati come infetti da “Streptococcus species” o sono presenti infezioni resistenti al trattamento può essere utile eseguire un’indagine mirata per determinare se Lactococcus è presente in allevamento.

In ogni caso, quando si sospetta la presenza d’infezioni mammarie da Lactococcus nella mandria, è fondamentale inviare i campioni di latte a un laboratorio in grado di differenziare questo battere da altri microrganismi simili, quali gli streptococchi.

Fonte: Lactococcus — new or coming out of hiding?. Jessica C. Scillieri Smith, D.V.M. – HOARD’S DAIRYMAN, March 25, 2014.

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