L’intensa selezione genetica che ha caratterizzato l’allevamento di bovine da latte negli ultimi decenni ha condotto a un notevole aumento della produzione. Tuttavia, così come la produzione di latte è aumentata, la fase di transizione dal periodo di asciutta alla successiva lattazione, fino al picco produttivo, è diventata più problematica. In generale, l’elevato fabbisogno energetico che caratterizza le bovine all’inizio della lattazione non riesce a essere soddisfatto da un apporto energetico adeguato fornito con la razione alimentare. Il periodo di transizione è il più critico dell’intero ciclo produttivo delle bovine e, nella quasi totalità dei casi, è accompagnato da una diminuzione dell’ingestione di sostanza secca che avviene proprio durante la fase di aumento di produzione tipica dell’inizio della lattazione. Una delle conseguenze del bilancio energetico negativo è la diminuzione del peso corporeo a causa della mobilitazione delle riserve di grasso corporeo. Questo deficit energetico influenza negativamente le funzioni immunitarie e riproduttive, con un conseguente aumento del tasso di riforma.
Pertanto, è opportuno valutare strategie di gestione e di alimentazione alternative per il periodo di asciutta e quello di transizione.
Tradizionalmente, le bovine sono poste in asciutta circa sessanta giorni prima della data di parto prevista. Durante la fase di asciutta esse sono alimentate con una razione ricca di fibra e povera di concentrati fino a circa ventuno giorni prima del parto. Dopodiché la dieta è gradualmente integrata con l’aggiunta di alimenti a elevato contenuto energetico. La graduale aggiunta di concentrati nelle ultime tre settimane di gravidanza consente ai batteri che popolano il rumine di adattarsi a una dieta ricca di energia, simile a quella che sarà somministrata agli animali durante la successiva lattazione, questo favorisce la produzione di una maggiore quantità di latte all’inizio della lattazione.
Il National Research Council (NRC, 2001) suggerisce che le concentrazioni di energia necessarie nella dieta delle bovine in asciutta sono di 4.061 MJ/kg di SS fino al 240mo giorno di gravidanza, 4.396 MJ/kg di SS fino al 270mo giorno di gravidanza, e 6,029 MJ/kg di SS dopo il 279mo giorno di gravidanza.
Le concentrazioni di proteine degradabili, in percentuale sulla sostanza secca, necessarie per soddisfare i fabbisogni delle bovine gravide sono pari al 6,0% fino al 240mo giorno di gravidanza, pari al 6,6% fino al 270mo giorno di gravidanza, e pari all’8,0% dopo il 279mo giorno di gestazione.
Per facilitare l’adattamento del rumine e dei microrganismi in esso contenuti alla razione tipica della prima fase di lattazione, il NRC raccomanda una dieta di close-up caratterizzata da una concentrazione energetica pari a circa 6,741 MJ/kg di SS e una concentrazione di proteine degradabili pari all’8,5% della sostanza secca.
Una fase di asciutta con una durata compresa tra quaranta e sessanta giorni favorisce la proliferazione delle cellule mammarie massimizzando la produzione di latte, grasso e proteine nella successiva lattazione.
Tuttavia, recenti ricerche hanno dimostrato che riducendo o, addirittura, eliminando la fase di asciutta, il momento critico tipico della prima fase di lattazione, caratterizzato dal deficit energetico sopra descritto, è anticipato alle settimane che precedono il parto, momento in cui tale aumento del fabbisogno energetico può essere facilmente compensato dalla maggiore assunzione di alimento.
Inoltre, la gestione di un periodo di asciutta molto breve richiede cambiamenti meno bruschi nella composizione della dieta e può portare a un livello maggiore d’ingestione di alimento. Questo è vantaggioso poiché può aumentare la quantità di latte prodotto e migliorarne il contenuto di grasso e proteine aumentandone così la resa casearia. Inoltre è possibile avere un miglioramento della salute e della fertilità delle bovine durante la prima fase di lattazione.
Ciò nonostante, i rischi potenziali di un’asciutta troppo breve o assente comprendono:
la riduzione della produzione di latte nella successiva lattazione
il peggioramento della salute della mammella (ad esempio, un incremento delle cellule somatiche nel latte e un aumento dell’incidenza delle mastiti)
una ridotta qualità del colostro che può influenzare negativamente la salute del vitello.
Lo studio riassunto nel presente articolo ha l’obiettivo di mettere a confronto l’asciutta breve (35 giorni) con le strategie di gestione tradizionali che prevedono una fase di asciutta più lunga (60 giorni) al fine di valutare gli effetti sull’ingestione di sostanza secca, sulla produzione di latte, sullo stato metabolico delle bovine, sulla qualità del colostro e sul peso alla nascita dei vitelli.
Per raggiungere tale obiettivo sono state selezionate ventinove bovine da latte ad alta produzione, esse sono state suddivise in due gruppi omogenei per quanto riguarda la razza, il numero di parti, la produzione di latte nella lattazione precedente e il peso vivo. Nel gruppo di controllo (asciutta di sessanta giorni) erano incluse quattordici bovine e nel gruppo sperimentale (asciutta di trentacinque giorni) le restanti quindici. Le bovine sono state seguite dal sessantesimo giorno prima del parto al centesimo giorno di lattazione.
Di seguito sono riportati i risultati di questo studio.
Ingestione di sostanza secca, peso corporeo e BCS
Nel grafico riportato nella Figura n. 1 è messa a confronto l’ingestione di sostanza secca nei due gruppi. L’ingestione media di sostanza secca delle bovine assegnate al gruppo caratterizzato da asciutta breve è stata di circa 4,11 kg/capo/giorno maggiore durante gli ultimi sessanta giorni di lattazione, rispetto al gruppo di controllo. Al contrario, l’ingestione di sostanza secca durante i primi cento giorni dopo il parto non è stata influenzata dalla riduzione del periodo di asciutta.
È importante precisare che l’aumento di assunzione di sostanza secca nel preparto, osservato in questo studio, potrebbe essere dovuto alla maggiore appetibilità e alla qualità nutrizionale più elevata della dieta somministrata in lattazione rispetto a quella tipica dell’asciutta.
Così come riportato in altri studi, una notevole riduzione dell’ingestione di sostanza secca è stata osservata in entrambi i gruppi durante l’ultima settimana prima del parto. In accordo con altri studi, la maggiore ingestione di sostanza secca si è verificata in entrambi i gruppi dopo il picco di lattazione.
Nelle Figure n. 2 e n. 3 è rappresentato, rispettivamente, l’andamento del peso corporeo e del Body Condition Score, nei due gruppi. Per quanto riguarda questi due parametri in questo studio non sono emerse differenze statisticamente significative tra i due gruppi.
Fonte: Comparison of shortened and conventional dry period management strategies. J. Cermakova , V. Kudrna , M. Simeckova , A. Vyborna , P. Dolezal , and J. Illek. – Journal of Dairy Science Vol. 97 No. 9, 2014.
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