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La gestione delle manze

Alla conferenza del 2010 del Tri-State Dairy Nutrition Alex Bach ha presentato alcuni dati al fine di spiegare un approccio oggettivo alla rimonta attraverso la corretta analisi dei dati aziendali. La ragione per raccogliere e analizzare i dati è quella di ridurre l’età al primo parto che non è molto cambiata negli ultimi 20 anni negli Stati Uniti (la media è 25.5 mesi di età).

Pochi dati aziendali possono essere utili a misurare il raggiungimento della maturità degli animali e, solitamente, solo il peso corporeo viene usato a questo scopo. Ma come è possibile migliorare questo aspetto? Gli allevatori dovrebbero misurare il peso, la statura e l’assunzione di cibo da parte dei vitelli. Questi dati poi possono essere la base per le decisioni.

Una parola sulla prudenza nell’analisi dei dati

Spesso, si usa la media come la base per definire se il processo di accrescimento dell’animale sta funzionando. Ma la deviazione attorno a quella media andrebbe sempre considerata. Per esempio, un’età media al primo parto di 26 mesi con una variazione tra 24 e 28 mesi potrebbe essere migliore di un’età media di 24 mesi con una variazione tra 18 e 30 mesi.

La media, inoltre, può essere distorta dall’intervallo di tempo considerato, dal momento e dall’errore. L’intervallo di tempo si riferisce all’intervallo di tempo tra un’azione fatta e la media che riflette il cambiamento in un tempo successivo, il momento si riferisce alla responsività della media ad un cambiamento recente e l’errore riflette la sua deviazione da una media più generale legata all’esclusione o all’inclusione di dati nello studio effettuato in allevamento.

Strategie di svezzamento

Esistono numerosi studi che trattano delle pratiche da attuare prima, durante e dopo lo svezzamento. Generalmente si consiglia di svezzare a 6 settimane e poi tenere gli animali in gabbie per almeno due settimane per facilitare l’assunzione dell’alimento, consentire lo sviluppo del rumine e minimizzare l’impatto dello svezzamento. Si consiglia di spostare gli animali in un gruppo solo successivamente. In realtà, in un recente studio è risultato che animali svezzati in gruppo e mantenuti insieme fin dal primo giorno di svezzamento non differivano, nelle performance produttive, da quelli tenuti separati in un primo periodo.

In un secondo studio, invece, vitelli raggruppati in gruppi di 8 a 49 giorni di età presentavano un aumento di peso giornaliero e minori problemi respiratori rispetto a vitelli mantenuti in gabbia singolarmente per 56 giorni e poi raggruppati. In questo secondo studio, però, le gabbie erano piccole con nessun accesso all’esterno e questo era predisponente lo sviluppo di forme respiratorie per lo stretto contatto tra gli animali.

In un terzo studio è stato misurato l’effetto di creare un super gruppo raggruppando otto animali sulla base della storia dell’ incidenza di patologie respiratorie. Mentre nel gruppo di animali con almeno un episodio di patologia respiratoria erano frequenti ricadute, nel gruppo sano le patologie respiratorie si verificavano molto meno frequentemente. Inoltre, mentre gli animali sani apparentemente avevano in media un peso inferiore nel momento dell’ingresso nel gruppo, questi presentavano l’incremento ponderale giornaliero maggiore. Quindi prendere in considerazione l’incidenza di patologie respiratorie pregresse potrebbe ridurre l’incidenza di forme respiratorie in generale.

La variabilità aziendale

Esistono molti fattori che influenzano le performance dei vitelli nel periodo di transizione dello svezzamento (due settimane prima e due settimane dopo lo svezzamento) come cambiamenti nei programmi di nutrizione, dimensioni dei gruppi, condizioni ambientali diverse durante l’anno, vaccinazioni, pratiche zootecniche, trattamenti e correttezza della loro applicazione.

L’assunzione di alimento è fondamentale

Ridurre la variabilità nelle performance dei gruppi può dipendere dalla distribuzione dell’alimento e dalla composizione del gruppo stesso. Suddividendo in 6 gruppi in base alla quantità di alimento assunto durante i primi 56 giorni di età (quando stabulati singolarmente), in un lavoro scientifico sono stati individuati 6 gruppi: controllo casuale, 20 vitelli con la più alta assunzione, 20 con la più bassa, 5 dal gruppo ad alta assunzione misti a 15 del gruppo a bassa assunzione e 5 dal gruppo a bassa assunzione misti a 15 del gruppo ad alta assunzione di alimento e, un ultimo gruppo, costituito da 10 animali misti. A 84 giorni di età il grado di variazione del peso corporeo finale era basso negli animali ad alta e bassa assunzione di cibo seguiti dai controlli, e dai gruppi “misti”. Questo dato conferma che avere gruppi omogenei anche dal punto di vista dell’assunzione di cibo migliora e stabilizza la performance produttiva.

Quali le dimensioni ottimali dei gruppi?

Un altro aspetto da considerare è quello di stabilire gli obiettivi che si vorrebbero raggiungere raggruppando gli animali. In questo senso è importante capire quali siano obiettivi “realistici”. Il peso corporeo allo svezzamento dovrebbe essere tra 55 e 82% del peso all’età matura e al primo parto. Dato che il peso all’età adulta non si conosce fino a 5-6 anni di età, è stato elaborato un modello matematico per stimare il peso all’età adulta tra 0 e 250 giorni con un grado di correlazione del 0.68. Una seconda correlazione individuata è che maggiore è il peso dell’animale adulto, maggiore sarà la produzione di latte.

Concludendo risulta essenziale avere a diposizione dei dati oggettivi per poter gestire in maniera ottimale gli animali con il fine ultimo di massimizzare a produzione di latte sfruttando le peculiarità dei soggetti giovani.

M.Mazzilli

Bibliografia: A.F. Kertz – Calf and heifer strategies tested – 25 January 2011

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