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Passare alla mungitura robotizzata – Prima parte: il management

Nei Paesi più industrializzati l’allevamento della bovina da latte ha visto, nell’arco dell’ultimo secolo, un forte sviluppo tecnologico atto ad incrementare le produzioni e ridurre i costi legati a tale forma di allevamento; in questo senso l’introduzione dei robot di mungitura rappresenta uno dei principali sforzi tecnologici finalizzati a ridurre la quantità di lavoro speso per la mungitura delle bovine.

A partire dai primi anni novanta i robot di mungitura hanno cominciato a diffondersi nel nord Europa, area dove tutt’oggi sono presenti la maggior parte delle stalle che adottano tali sistemi, e, successivamente, in Canada mentre negli Stati Uniti questa tecnologia risulta ancora relativamente poco utilizzata, cominciando ad acquistare una certa popolarità solamente negli ultimi anni. I motivi alla base di questa scarsa diffusione negli USA potrebbero essere legati ad una certa carenza dei servizi di assistenza per la mungitura robotizzata; all’elevata diffusione di allevamenti di grandi dimensioni che sembrano avere benefici minori dall’adozione del robot rispetto alle piccole-medie aziende; al costo del lavoro tendenzialmente minore in confronto a numerose realtà europee.

In ogni caso la scelta di passare da un impianto di mungitura “classico” ad uno robotizzato implica numerosi cambiamenti in azienda, col presente articolo e i successivi andremo ad analizzare quali sono i vantaggi e gli svantaggi del robot dal punto di vista della gestione aziendale; del comportamento animale; del benessere e della sanità delle bovine.

Il management della mungitura robotizzata: vantaggi e svantaggi

Tra i benefici portati da questo tipo di soluzione uno dei principali è sicuramente rappresentato dalla riduzione del lavoro legato alla mungitura delle bovine e dal miglioramento della qualità della vita che tale riduzione può scaturire (come già sottolineato in QUESTO ARTICOLO).

Un altro importante vantaggio fornito dal robot di mungitura relativo alla raccolta dati, infatti tale sistema è in grado di fornire informazioni dettagliate riguardo sanità della mammella, produzione lattea, riproduzione, assunzione dell’alimento e cambiamenti del peso corporeo; oltre a questo tipo di dati sul singolo animale i sensori del robot sono in grado di monitorare SCC, colore e conduttività del latte a livello di singolo quarto così permettere l’identificazione di un eventuale animale-problema in tempi rapidi.

Il controllo del numero di mungiture può rappresentare un ulteriore punto di forza dei sistemi robotizzati sia dal punto di vista della produzione sia da quello del benessere animale infatti le fresche munte con frequenza durante l’arco della giornata tendono ad avere produzioni superiori rispetto a quelle munte 2 – 3 volte al giorno, inoltre, col robot gli animali possono decidere liberamente quando essere munti, secondo la loro preferenza, con possibile miglioramento del benessere animale. Dal punto vista produttivo è importante ricordare che numerosi studi hanno rilevato incrementi del 2 – 12% in allevamenti che hanno adottato con successo la mungitura robotizzata, tuttavia, altre ricerche non hanno riscontrato un aumento significativo della produzione, in particolare nelle primipare, suggerendo che anche altri fattori gestionali possano essere determinati (ad esempio la dieta).

I sistemi robotizzati sfruttano alimenti particolarmente appetibili per invogliare le bovine ad essere munte; tale approccio permette anche alcuni vantaggi nella gestione della nutrizione, infatti, è possibile sfruttare questo sistema per integrare la dieta di una singola vacca a seconda dello stadio della lattazione; della sua potenzialità produttiva oppure del suo BCS.

La mungitura robotizzata, accanto ai numerosi vantaggi, implica anche dei rilevanti svantaggi. Ad esempio l’enorme quantità di dati forniti da questo sistema può portare ad errori interpretativi o, nei casi più gravi, alcune informazioni importanti possono venire ignorate, inoltre, questo livello d’informatizzazione e raccolta automatica del dato può incrementare significativamente l’impatto negativo di eventuali malfunzionamenti della macchina.

Il costo del robot di mungitura, rispetto ad un sistema “tradizione”, rappresenta uno dei maggiori ostacoli all’adozione di tale sistema, infatti, il prezzo del robot può essere, a parità di bovine mungibili, anche oltre 10 volte superiore ad alcune mungitrici tradizionali.

Un altro limite importante della mungitura robotizzata scaturisce dall’impossibilità di adattare questo sistema a tutti i tipi di mammella o di quarto delle vacche presenti in azienda; uno studio neozelandese ha rilevato che fino all’8% delle bovine possono essere scartate a causa della conformazione delle loro mammelle. Anche la forma del singolo capezzolo può risultare problematica rendendo difficoltoso l’attacco dell’unità mungitrice e determinando cali anche considerevoli della produzione.

In fine, l’adozione di un sistema robotizzato necessita di un periodo di adattamento della mandria che può durare anche alcuni mesi, durante questo periodo è richiesto uno sforzo lavorativo notevole da parte degli allevatori e del personale di stalla per “allenare” le vacche all’utilizzo di questo nuovo sistema di mungitura.

In conclusione, il passaggio alla mungitura robotizzata richiede numerosi cambiamenti nella gestione aziendale e può aprire tante nuove opportunità quanto nuove sfide alle aziende che decidano d’intraprendere questa strada.

Fonte: J. A. Jacobs e J. M. Siegford – The impact of automatic milking systems on dairy cow management, behavior, health, and welfare – Journal of Dairy Science (gen. 2012)

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