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Ridurre gli effetti dell’Immunosoppressione post parto

Nel recente congresso del NMC in USA (NMC Annual Meeting Proceedings (2009) 113) è stato presentato un interessante lavoro sul tema immunosoppressione e nutrizione. Viene  qui riportata una sintesi di tale lavoro. E’ noto da tempo che l’incidenza maggiore di mastiti cliniche si ha nelle prime settimane dopo il parto e che la probabilità di sviluppare mastite clinica è maggiore  nei primi tre mesi di lattazione rispetto al periodo successivo.

L’incidenza di mastiti cliniche e/o subcliniche può essere ridotta applicando miglioramenti di carattere gestionale e nutrizionale ottenendo una più efficace risposta immunitaria contro gli agenti patogeni che penetrano in mammella nel primo periodo di lattazione.

Dal punto di vista gestionale ridurre gli spostamenti degli animali nei diversi gruppi della fase di asciutta (che possono arrivare anche a 5 nei grossi allevamenti del New Mexico ) e mantenere la separazione fra le bovine adulte rispetto alle manze, comporta un calo di stress per l’adattamento sociale ,  e quindi una maggiore ingestione di sostanza secca.

E’ stato dimostrato che esiste una correlazione diretta fra l’assunzione di sostanza secca prima del parto e l’attività dei neutrofili sia prima che dopo il parto con possibile aumento di mastiti e metriti; ogni 10 minuti di riduzione del tempo di alimentazione prima del parto e per ogni kg di riduzione di ingestione di sostanza secca l’animale ha molte più probabilità di sviluppare metriti ( Huzzy e    al.,2007 ).

Dati su 13.000 bovine nel New Mexico hanno evidenziato che più il tempo trascorso nella fase di  Close – Up era adeguato e maggiore era la produzione di latte.

Dal punto di vista nutrizionale, un fattore spesso difficile da controllare è il livello adeguato di Calcio nel sangue.

Gli effetti dell’Ipocalcemia sono ampiamente conosciuti , recentemente il Calcio è stato indicato anche come parte integrante del Sistema Immunitario , definito come ” Secondo Messaggero ” delle cellule bianche del sangue ( Kimura e al.,2006).

Un alterazione del suo metabolismo è in grado di incidere sulla capacità della bovina di difendersi

con successo dai germi patogeni.

Le strategie nutrizionali nella fase di Transizione devono cercare di ridurre al minimo l’incidenza della Chetosi, clinica e/o subclinica,altra malattia metabolica con impatto negativo sull’attività del sistema immunitario.

Ogni qualvolta che l’energia per il metabolismo cellulare non è sufficiente, l’organismo inizia a mobilizzare i grassi di deposito con produzione di corpi chetonici fra i quali il predominante e quindi quello più monitorato è il Betaidrossibutirrato ( BHBA ).

 Recenti studi ( Grinberg e al.,2008 ) hanno confermato l’effetto negativo del BHBA sulla attività dei neutrofili.

In vitro, neutrofili incubati in presenza di E.Coli P4 e BHBA a livelli simili di un animale in chetosi , hanno ridotto la capacità di fagocitosi  di  5-10 volte; pertanto la prima risposta del sistema immunitario ad un patogeno nella ghiandola mammaria è notevolmente compromessa in presenza di BHBA, spiegando la maggiore sensibilità a mastiti e/o malattie infettive negli animali con chetosi.

Un’altra area di interesse per la nutrizione sono gli effetti degli acidi grassi essenziali sul sistema immunitario.

Gli Acidi Grassi Essenziali sono direttamente coinvolti nella produzione delle citochine e successiva attivazione dei recettori delle citochine ( Hwang,2000) e nel funzionamento dei Linfociti T e B.

L’Acido Linoleico influenza positivamente ,attraverso la produzione di Prostaglandina F2a, l’attività dei neutrofili  contro i patogeni ( Staples e al., 2008 ),la sua  introduzione nella dieta delle bovine ha mostrato un significativo aumento  della fagocitosi dei Neutrofili nei confronti di E. Coli ( Silvestre e al.,2008 )  così come un aumento delle Citochine L-selectine , Tumor necrosis factor, proteine di fase acuta e Fibrinogeno nel fegato.

I moderni programmi software di razionamento come il CPM Dairy contengono il sub modello degli acidi grassi che ci permette di  avere informazioni  anche sulla quota degli acidi grassi essenziali della razione , aiutandoci a ottimizzare gli apporti per ottenere una migliore efficienza ruminale e un effetto positivo sul sistema immunitario e sulle performance riproduttive.

L’incidenza delle mastiti cliniche e subcliniche possono essere notevolmente ridotte  utilizzando in associazione procedure di carattere nutrizionale e di  management, migliorare  l’efficacia della risposta immunitaria è una parte importante di un efficace programma di controllo delle mastiti.   

A cura di Giorgio Bonacini

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