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Prevenire le mastiti su scala nazionale: l’esempio dell’Olanda

A partire dai primi anni del 2000 l’Olanda ha cominciato a registrare un preoccupante incremento dell’incidenza di mastiti cliniche e l’interruzione del tend di miglioramento della qualità del latte che aveva caratterizzato tale Paese negli ultimi decenni, pertanto, a partire dal 2005 è iniziato un programma di controllo nazionale delle mastiti. Di recente è stato pubblicato un bilancio dei primi anni di questo piano.

La diffusione delle mastiti non si limita a provocare danni economici riducendo la qualità del latte ma è anche causa di danno al benessere animale; incremento del rischio di antibiotico-resistenza e residui; aumento del costo del lavoro e delle spese veterinarie e, nella peggiore delle eventualità, può arrivare a danneggiare l’immagine del settore lattiero-caseario.

In Olanda a partire dagli anni ’70 fino al 2000 si registrò una progressiva riduzione della SCC media del latte di massa, tuttavia, negli anni immediatamente successivi questo andamento positivo si interruppe, inoltre, i casi di mastite clinica raggiunsero percentuali notevolmente elevate (33,5 quarti clinici ogni 100 vacche a rischio l’anno). La preoccupante situazione di quegli anni portò alla fondazione del Dutch Udder Health Centre (UGCN) con lo scopo di coordinare un piano nazionale di controllo delle mastiti finanziato dalle aziende del settore lattiero-caseario; per i primi cinque anni di tale piano (operativo a partire dal 2005) furono investiti 8 milioni di euro.

Risulta importante ricordare che il programma nazionale olandese non rappresenta un vero e proprio piano di eradicazione bensì i suoi obiettivi, oltre al miglioramento della qualità del latte attraverso la riduzione dell’incidenza delle mastiti, sono più improntati sulla diffusione delle buone pratiche gestionali e sul cambiamento della mentalità di allevatori, operatori zootecnici e veterinari riguardo al problema mastite.

Ricerca e formazione: un programma su due livelli

Il piano olandese è suddiviso essenzialmente in due parti, una relativa alla ricerca e una al trasferimento delle conoscenza ad allevatori e veterinari.

La componente relativa alla ricerca riceve circa il 50% dei finanziamenti ed è finalizzata a identificare e mettere appunto nuove tecnologie o conoscenze che possano essere prontamente utilizzate a vantaggio dell’industria lattiero-casearia così che gli allevatori possano, direttamente o indirettamente, trarne beneficio.

La parte riguardante la formazione si basa, a sua volta, su due differenti strategie, una denominata “centrale” più improntata sulla componente tecnica e una “periferica” che abbraccia una approccio comunicativo più ampio.

La strategia “centrale” fornisce ai veterinari che aderiscono al programma appositi strumenti (materiale informativo, scorecard, questionari, presentazioni da esporre agli allevatori, ecc.) atti ad aiutare la formazione degli allevatori e di tutte quelle figure coinvolte nel management dell’allevamento. Tale formazione avviene attraverso appositi incontri svolti direttamente in azienda. Al percorso previsto dall’approccio “centrale” tra il 2005 e il 2010 hanno partecipato circa 200 veterinari (85% dei buiatri olandesi) e 3.169 allevatori (19% del totale)

La strategia “periferica” prevede un approccio meno tecnico e più divulgativo, basato su campagne pubblicitarie attraverso differenti media e relative a diversi argomenti chiave della lotta alle mastiti (routine di mungitura, uso prudente degli antibiotici, corretti protocolli terapeutici, ecc.), inoltre, questa parte del programma coinvolge anche numerosi fornitori del settore, quali ditte farmaceutiche o mangimistiche, attraverso sconti e campioni omaggio di prodotti chiave per la prevenzione.

I primi cinque anni del programma

Gli effetti del programma sono stati verificati su un numero variabile di allevamenti estratti casualmente (da 396 con oltre 45.000 vacche nel 2004 a 266 con 35.000 bovine nel 2009) andando ad analizzare l’andamento delle mastiti; l’impatto economico e gli eventuali mutamenti nella mentalità degli operatori del settore durante i primi cinque anni del piano.

Dal punto di vista delle infezioni intramammarie si è registrata una riduzione delle mastiti cliniche attorno al 5%, un discreto risultato tuttavia al di sotto di quanto si prefiggeva inizialmente il piano (10%) mentre per quanto riguarda le forme subcliniche non sono state riscontrate variazioni statisticamente significative. A fronte della diminuzione di forme cliniche si è verificato un incremento dei costi unitari relativi a tali forme come riassunto nella seguente tabella:


Fonte: T.J.G.M. Lam et al. 2013

2004

2009

Impatto economico

Perdite produttive (€/kg di latte)

0,12

0,13

Perdite per latte scartato ((€/kg di latte)

0,17

0,18

Costo degli antibiotici (€/trattamento)

33

35

Costo della visita veterinaria (€/visita)

24

26

Costo del lavoro (€/h)

20

20

Costi per le bovine riformate (€/vacca)

480

480

Costi per mastite clinica (€/caso)

180

208

Conseguenze delle mastiti cliniche

Perdite produttive (% su 305-gg in lattazione)

5

5

Durata del trattamento (giorni)

3

3

Tempi di sospensione addizionali (giorni)

3

3

Tempo speso per il trattamento (min.)

45

45

Visite veterinarie (% per mastiti cliniche)

5

5

Riforme (% per mastiti cliniche)

15

15

Sul fronte economico i risultati del programma sono stati decisamente positivi poiché hanno determinato una riduzione delle perdite legate alla mastite per 8 milioni di euro l’anno, permettendo pertanto di rientrare dell’investimento quinquennale nell’arco di un solo anno solare.

Anche dal punto di vista della formazione e della cultura della prevenzione tra gli allevatori sono stati riscontrati buoni risultati, in particolare gli allevatori hanno percepito:

  1. Un incremento delle conoscenze relative al controllo di mastite (dal 25% del 2004 al 37% alla fine dei 5 anni)

  2. L’importanza di una gestione semplice dell’allevamento (dal 77% all’88%)

  3. Un maggior attenzione alla sanità della mammella anche nella selezione genetica (dal 46% al 61%)

  4. L’utilità dei guanti per la mungitura (dal 15% al 46%)

  5. L’adozione di un protocollo terapeutico specifico per le mastiti (dal 7% al 34%)

  6. L’aumento della frequenza di pulizia delle cuccette (da 2,28 a 2,51 volte al giorno)

  7. L’incremento dell’utilizzo sistematico della terapia in asciutta (dall’85% al 94%)

In conclusione nell’arco dei primi cinque anni del piano nazionale olandese è stato testato un approccio multidisciplinare per la formazione degli operatori del settore così come l’utilizzo di diversi mezzi di comunicazione al fine di raggiungere il maggior numero di allevatori possibile. Tale piano si è dimostrato proficuo sia dal punto di vista economico, con il recupero dell’investimento complessivo nell’arco di un solo anno, sia, soprattutto, dal punto di vista formativo incrementando la consapevolezza di veterinari e allevatori riguardo alla prevenzione delle mastiti e aprendo la strada a nuovi e continui miglioramenti in tale senso.

Per approfondire…

Seguendo QUESTO LINK troverete un ampio articolo in lingua inglese sull’argomento, pubblicato recentemente sul Journal of Dairy Science.

Fonte: T.J.G.M. Lam et al. – Improving bovine udder health: A national mastitis control program in the Netherlands – Journal of Dairy Science (Feb. 2013).

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