Siamo abituati a sentir parlare del benessere animale in relazione al fatto che animali che stanno meglio producono meglio, ma vi sono anche punti di vista più ampi e complessi che tengono conto di altri aspetti, come evidenziato in un recente articolo di Dennis Halladay.
Stephen Hawking diceva che l’intelligenza è l’abilità di adattarsi al cambiamento. Questa premessa potrà essere verificata in più occasioni nei prossimi anni dagli allevatori di vacche da latte, con l’aumentare dell’attenzione e delle richieste da parte dei consumatori in merito al benessere degli animali allevati. In cima alla classifica degli aspetti più importanti per i consumatori ci sono l’accesso al pascolo per le vacche e i box multipli prima dello svezzamento per i vitelli. Subito dopo nella lista vengono la vacca a terra, la gestione del dolore degli animali, e la sincronizzazione degli estri. Questo approccio al benessere animale non riguarda solo la zootecnia e la veterinaria ma anche le scienze sociali, poiché considera le aspettative e gli atteggiamenti delle persone. Segue questa strada la professoressa Nina von Keyserlingk, docente all’University of British Columbia a Vancouver, Canada, che sottolinea come spesso gli allevatori considerino il benessere legato a maggiori guadagni, ma non è sempre così e a volte si tratta di spendere di più semplicemente perché è la cosa giusta da fare e perché questo è importante per il ruolo che l’allevatore ricopre nei confronti della società. Questo aspetto è diventato sempre più importante perché purtroppo oggi le informazioni sono ovunque, ma quanto sono accurate e attendibili? I consumatori non sanno niente di agricoltura e zootecnia, e vengono influenzati da fake news create da gruppi ostili al mondo dell’allevamento. Questa situazione fa sì che sia vitale per gli allevatori essere onesti e trasparenti con i consumatori su quello che fanno e ascoltare i loro dubbi e le loro richieste. La comunicazione è importante altrimenti i consumatori potranno dialogare solo con loro stessi o con i gruppi ostili al mondo lattierocaseario. Per questo motivo la von Keyserlingk mette l’accento sul fatto che ciò che gli allevatori fanno dev’essere socialmente accettabile e invita a non confondere il benessere animale con il comportamento animale. Lo studio del comportamento è una scienza ben definita ma il benessere è una dimensione in più, che comprende emozioni e questioni etiche. Per questo secondo lei è tanto difficile affrontare il problema: gli allevatori agiscono in un determinato modo da moltissimo tempo, poi arrivano i consumatori a criticarli e gli allevatori si aggrappano a quello che sanno. In base alla sua esperienza persino educare i consumatori, spiegando cosa fanno gli allevatori e perché, è controproducente. Ha quindi ricordato una sua esperienza con un gruppo di consumatori portati a visitare una stalla. A queste persone era stato somministrato un questionario prima e dopo la visita. Dopo la visita la loro opinione sul benessere degli animali era calata drasticamente, poiché consideravano crudele la vita in allevamento, pur apprezzando l’attenzione per la salute e l’alimentazione delle vacche. Gli aspetti che hanno fatto calare il livello di apprezzamento del pubblico erano proprio la mancanza di accesso al pascolo, la posta fissa, la separazione della vacca dal vitello nelle prime ore di vita. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, la von Keyserlingk ha sottolineato che al momento mancano evidenze in grado di dimostrare che questa separazione del vitello dalla madre non ha conseguenze negative su entrambi, e questo è un aspetto che secondo lei va tenuto in considerazione. Però i suoi studi hanno dimostrato i benefici per i vitelli dei box multipli rispetto alle gabbiette, e questo potrebbe essere un argomento utile per affrontare il problema nella comunicazione con il pubblico.
La sua posizione, che potrà suscitare qualche perplessità negli allevatori, non è comunque estrema come può sembrare: si limita a sottolineare che oggi è fondamentale per il settore lattierocaseario ascoltare i dubbi dei consumatori, non per adeguarvisi passivamente ma per capirli ed essere in grado di rispondere adeguatamente. Noi come MastitisCouncil Italia siamo da sempre convinti che i consumatori vadano educati e informati, e in questo abbiamo una posizione diversa da quella della von Keyserlingk, però è sicuramente utile sapere quali sono gli aspetti che suscitano più interesse o dubbi, anche se non crediamo che la mancanza di consapevolezza di certe persone dovrebbe influenzare le strategie di management di un allevamento. Anzi siamo più che convinti che il benessere vada di pari passo con la conoscenza del comportamento animale, ed essendo una disciplina scientifica dovrebbe seguire evidenze scientifiche e non gli umori del mercato che, invece, andrebbero coinvolti in un processo di informazione ed educazione costante. Perché per il futuro dei nostri allevamenti un consumatore felice è importante tanto quanto una vacca felice.
Ricordiamo ai nostri soci ed amici che nel XVII Congresso Nazionale, che si terrà a Reggio Emilia questa settimana, ci sarà una sessione dedicata al benessere, in cui ci sarà modo di affrontare i vari aspetti di questa disciplina.
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