I noti problemi di natura riproduttiva e anche sanitaria che affliggono gli allevamenti italiani hanno da un po’ di tempo stimolato l’interesse degli allevatori ad allevare bovine di altre razza, in particolare quelle di origine scandinava, o loro incroci. La valutazione se questa scelta sia corretta o meno deve essere fatta in modo oggettivo e utilizzando dati certi.
Questi dati devono essere, primi tra tutti, la produzione, in termini quali-quantitativi, la longevità degli animali e, ovviamente, l’incidenza delle diverse patologie. Tale approccio è stato utlizzato da uno studio chiesto e finanziato dall’associazione allevatori dell’Irlanda del Nord attraverso il loro ente di ricerca (Agrisearch) che ha prodotto un interessante documento sul confronto delle perfomance di bovine frisone e rosse norvegesi per 5 lattazioni. I risultati non lasciano adito a dubbi, infatti le rosse norvegesi sono risultate più longeve (4,2 lattazioni medie) delle frisone (3,5 lattazioni medie), pur producendo lievemente meno. Tuttavia la valutazione economica ha mostrato che la rossa norvegese permette un profitto netto pari a circa 100€/anno in più della frisona. Prima di scatenare facili entusiasmi va detto che le condizioni climatiche nord-irlandesi sono molto diverse da quelle italiane, quindi per una corretta valutazione è necessario avere a disposizione i dati nelle nostre condizioni così come hanno fatto gli allevatori irlandesi. Quindi se c’è qualcosa da imparare da questo studio, non è tanto la razza da allevare, ma come si valuta correttamente una scelta di tipo produttivo onde evitare di commettere costosi errori.
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