Questo tema è stato affrontato durante il congresso da da due esperti (Gilioli e Atzori) che hanno illustrato informazioni e valutazioni effettuate nei nostri allevamenti con visioni e approcci sicuramente innovativi.
Gilioli, in particolare, ha sottolineato come la sostenibilità di un sistema produttivo, come quello dell’allevamento del bovino da latte, si basa su una semplice equazione che dice che la sostenibilità è uguale alla differenza tra rigenerazione delle risorse e il consumo delle stesse. Un sistema che va in negativo non potrà sopravvivere, devono quindi essere messe in atto tutte le misure che permettano di avere un saldo positivo. Le ricerche in corso sono volte a individuare i modelli operativi migliori e uno dei fattori che è risultato essere particolarmente importante è rappresentato dall’influenza della sanità della mammella sull’insieme degli impatti ambientali. L’intervento di Atzori ha indicato, inoltre, che vi sono due opzioni principali per ottenere la sostenibilità dell’allevamento attraverso la mitigazione degli impatti con una riduzione cambio climatico. La prima passa riguarda una mitigazione diretta con la gestione degli effluenti e della nutrizione. La seconda riguarda una mitigazione indiretta basata sull’aumento dell’efficienza produttiva.
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