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Anche in tempi di crisi gli allevatori USA non si fermano

Aggiornamento: 13 set 2022

Durante le prime fasi della pandemia la produzione di latte in USA è diminuita dal 4 al 10%, per poi aumentare nell’ultimo trimestre dell’anno arrivando ad una produzione superiore del 3% a quella del corrispondente periodo del precedente anno.

La fase espansiva, pur in una situazione complessivamente drammatica, si conferma dal fatto che nel 2020 per la prima volta dal 1998 si è avuto un aumento della vacche allevate che sono aumentate di 93.000 unità (vedi grafico).

Le motivazioni di tale aumento non sono del tutto accertate, ma le ragioni principali sono l’erogazione di sussidi in relazione alla pandemia e il grande aumento del prezzo del formaggio. Infatti, l’aumento maggiore di capi si è visto nelle aree dove maggiore è la produzione di formaggio, mentre le aree vocate alla produzione di latte c.d. fluido non hanno avuto significativi aumenti nel numero di vacche. L’attesa è di un ulteriore piccolo aumento anche se ci si aspetta che le latterie attuino delle limitazioni nella quantità di latte acquistato così da non far cadere repentinamente i prezzi del formaggio.

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Le motivazioni di tale aumento non sono del tutto accertate, ma le ragioni principali sono l’erogazione di sussidi in relazione alla pandemia e il grande aumento del prezzo del formaggio. Infatti, l’aumento maggiore di capi si è visto nelle aree dove maggiore è la produzione di formaggio, mentre le aree vocate alla produzione di latte c.d. fluido non hanno avuto significativi aumenti nel numero di vacche. L’attesa è di un ulteriore piccolo aumento anche se ci si aspetta che le latterie attuino delle limitazioni nella quantità di latte acquistato così da non far cadere repentinamente i prezzi del formaggio.

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